DA REDAZIONE
Antonio Cipriani da REMOCONTRO –
Se prendessimo una collezione di giornali generalisti, sfogliassimo gli ultimi vent’anni segnandoci tutte le volte che gli ‘inquirenti hanno dato un colpo mortale al traffico degli stupefacenti’, potremmo avere la certezza assoluta che a forza di colpi mortali non circoli nelle nostre strade neanche un grammo di roba. E che la fiorente industria del traffico di droga possa essere stata debellata, deve essere stata debellata. O no?
Figuriamoci se aggiungiamo ai proclami da nota stampa le immagini televisive dei sequestri fatti dalle ‘forze dell’ordine’ con il solito tavolino con sopra un po’ di tutto.
La realtà è diversa
Però basta poco per capire che la realtà è diversa. Ed è fatta di chiacchiere, di proclami politici, di sceneggiate a favore di telecamere e niente altro. O poco altro. Chi lo sa. Viviamo immersi in un mondo mediatico di veline, di comunicati stampa, di pubbliche relazioni. Gli annunci, così come l’allarmismo sociale, sono mangime sociale, mediatico e politico per far finta di fare qualcosa di utile, mentre invece si fa il contrario. Si peggiora la situazione. La repressione aumenta, così come aumenta l’infelicità delle persone, la disperazione di chi è privato di tutto, in particolare di ogni speranza di futuro. E in più le politiche feroci vanno a colpire quelle poche realtà sociali che fanno minimamente da argine al disegno.
“Non tutto quello che appare è, e non tutto quello che è appare. Questa è da sempre la regola della democrazia asimmetrica. Ma in questa fase storica siamo a: sicuramente tutto ciò che appare serve a mascherare ingiustizie feroci. Sul piano nazionale e su quello internazionale.”
I cittadini che contano zero
Siamo partiti parlando dei colpi mortali nel campo del grosso traffico degli stupefacenti, che appare un settore in crescita a dire il vero. Ma potremmo fare le stesse riflessioni sul lavoro, sull’occupazione, sulla sanità, sulla scuola, sul costo della vita, sulla povertà, sui diritti negati, sui favoritismi e su tutte le declinazioni conosciute di una democrazia asfittica, che vive di slogan e sciocchezze, di poteri, se non forti paraculi, Che decidono tutto, e di cittadini che contano zero.
Zerocalcare di copertina
Vorrei aggiungere che su Internazionale di questa settimana prende la parola sul tema droga, sicurezza, propaganda e stupidità civile causata da ignoranza, il grande Zerocalcare con un fumetto terribile e prodigioso, “La foresta contro il deserto”, che poi è la storia di copertina del settimanale. Imperdibile nella rappresentazione del quartiero romano Quarticciolo, con le sue difficoltà, con il disagio e le scorciatoie politiche e mediatiche. Scrive Zerocalcare: tutti quelli che di fronte a ‘ste macerie ti dicono che c’è una soluzione semplice ti stanno a pijà per il culo… E infatti soluzioni io non ce l’ho. Manco certezze, tranne una forse: che fare un deserto e riempirlo di polizia non ha mai risolto niente”… Ma insomma, vale la pena spendere 4 euro e mezzo e leggere tutto il fumetto, spietato, lucidissimo. E poi anche leggere qualcosa che va al di là del tran tran dei nostri telegiornali e giornali, non è male.
“Bisogna lavorare, per il poco e niente, seme dentro il seme, per mettere insieme i pezzetti di tessuto vivo, di partecipazione e civiltà per arginare la necrosi umana e culturale che ci cementifica in un conformismo tragico e feroce.”
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Articolo di Antonio Cipriani dalla redazione di
2 Marzo 2025