Tragedia shakespeariana

DI PAOLO DI MIZIO

 

LE LETTERE – Rubrica di Paolo Di Mizio dal giornale LA NOTIZIA – 

Zelensky cede le terre rare agli Usa e così dimostra che “l’incrollabile sostegno” promesso da Ue e Uk valeva zero. Adesso questi pazzi europei parlano di riarmo. Ma contro chi? È tempo che l’Ue si sciolga.
Marta Bellini
via email

Gentile lettrice,

concordo con lei. L’UE com’è oggi non solo è una costruzione inane, ma nuoce gravemente alla salute.

Lo dico con la morte nel cuore, perché in anni lontani ho creduto, come tanti, nel sogno europeo. Oggi non più. L’Ue è ormai un caso di scuola del cosiddetto paradosso del feticismo ideologico. Da tempo si è tramutata in una tecnocrazia neoliberista al servizio delle élite economiche. Come tale, deve necessariamente distruggere la sovranità popolare, ossia la democrazia, sostituendola con una plutocrazia, che però è avida, spietata e velleitaria.

Eppure molta gente continua a sostenere questa forma di Europa perché la percepisce come il sogno di un mondo migliore. È un tipico caso di “so che non è vero, ma ci credo lo stesso”. La metamorfosi della democrazia in autocrazia è la maggiore tragedia della nostra epoca e l’Ue ne è l’incarnazione.

Mi perdoni se questo mi induce a citare Shakespeare per dire che l’Europa “È una recita recitata da un idiota, piena di suoni e di furia, che non significa nulla” (Macbeth). Oppure Re Lear, quando il sovrano detronizzato, ormai impazzito, vestito di stracci ma con una corona di alloro sulla testa, ode un passante chiedere: “Ma quello è un re?” e, sopraffatto da un misto di onnipotenza e alterigia, risponde: “Sì, dalla testa ai piedi un re” (Every inch a king).

Ecco, questo è l’Europa: un re decaduto, impotente e altezzoso.

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Paolo Di Mizio 

Dalla redazione del giornale

8 Marzo 2025

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