Difesa comune

DI PIAZZA MARIO

Mario Piazza

 

Neppure il più convinto dei pacifisti può negare la necessità di organizzare qualche forma di difesa da possibili attacchi. Per questo esistono le Forze Armate, paradossalmente strutture che più rimangono inutilizzate e più dimostrano la propria efficacia.
Il punto è la deterrenza, la stessa che fa scegliere a un ladro un giardino senza cani e a uno scippatore vittime inoffensive. Non funziona sempre, perché se a casa nostra abbiamo cose preziose o giriamo con gioielli vistosi il malintenzionato può decidere che il gioco vale la candela e se ne ha la capacità prova lo stesso a colpirci.
In un mondo che sembra impazzito è ragionevole innalzare il proprio livello di deterrenza, su questo purtroppo c’è poco da discutere. Certo non massacrando i conti pubblici come vorrebbe Ursula ma qualcosa occorre fare e la soluzione più logica sarebbe unire le forze dei paesi che si riconoscono nei valori fondamentali della democrazia…
E qua casca l’asino, perché quei valori che apparivano solidi quando nacque l’idea di una Europa unita ora sono diventati liquidi come dimostra il successo che l’estrema destra sta riscuotendo in Italia, in Francia, in Germania e nel Regno Unito e che la stessa Ursula rappresenta plasticamente. Dei paesi ex-URSS neppure mette conto parlarne, per loro la democrazia è stata soltanto un grimaldello per scassinare le porte dell’Europa.
Con una difesa comune domandarsi chi tra un anno o tra cinque potrebbe essere al vertice della catena di comando indispensabile a qualsiasi forza armata fa venire i brividi, più rassicurante sarebbe un trattato di reciproca assistenza che mantenga intatte le autonomie nazionali dopo aver reso compatibili, quindi più efficienti e meno costosi, gli eserciti, le marine e le aviazioni non di poco conto di cui già disponiamo. Una alleanza fluida, come fluida è l’idea di post-democrazia che ha allagato l’Europa.
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Mario Piazza