DA REDAZIONE
Riccardo Cucchi da ARTICOLO VENTUNO –
Tagliare cibo, medicine, energia elettrica, acqua ad un popolo invaso e assediato è un crimine contro l’umanità. Utilizzare la fame e la sete per annientarlo è un crimine di guerra.
Va detto con forza, senza alcun timore, senza reticenze. Semplicemente perché è la verità: Israele si sta macchiando di nuovi gravi crimini. Per quelli già compiuti è sotto inchiesta da parte della Corte Penale Internazionale che ha emesso mandati di cattura per Netanyahu.
Gli abitanti di Gaza sopravvissuti al massacro sono sfiniti. Senza case, ospedali, scuole. Non hanno ricoveri né modo alcuno per procacciarsi cibo. Dipendono dagli aiuti internazionali che Israele ha bloccato. Una forma di “vendetta” collettiva che il diritto internazionale ha definito in maniera chiara come un crimine.
Tutto avviene ancora una volta sotto i nostri occhi. Eppure, la reazione internazionale è blanda, se non inesistente. La Germania ha condannato il taglio dell’energia elettrica qualche ora fa. Il resto d’Europa è silenzioso mentre proclama la necessità di un folle riarmo.
Israele ha il consenso degli Stati Uniti e gode della complicità di gran parte del mondo. Il popolo palestinese è condannato a soccombere: non ha alleati, non ha chi si metta in gioco per opporsi ad un genocidio che sfocerà, per i sopravvissuti, in una deportazione di stile trumpiano.
La nostra generazione passerà alla storia come testimone silenziosa di una strage annunciata. E non potrà scuotersi di dosso le sue colpe.
Va ribadita con chiarezza, ancora una volta, la condanna dell’orrore del 7 ottobre, la condanna dei metodi terroristi di Hamas. Va ribadito perché non c’è una violenza accettabile. Nessuna violenza è giustificabile, chiunque la compia.
E va ribadito, anche qui con chiarezza ancora una volta, che gli ostaggi devono essere liberati.
Ma la soluzione di pace in Medio Oriente non può arrivare da una somma di violenze. Né può arrivare dall’annientamento di un popolo.
È sempre più chiaro che indebolire l’Onu, delegittimare il diritto internazionale, non ascoltare la Corte Penale Internazionale ha un solo obiettivo: fare del pianeta una giungla in cui abbia ragione solo il più forte. Abbattere le organizzazioni internazionali che hanno garantito regole per la convivenza pacifica, significa liberare le mire più egoistiche e sfrontate. A suon di bombe e crimini contro l’umanità.
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Articolo di Riccardo Cucchi dalla redazione di
11 Marzo 2025