DI ALFREDO FACCHINI
Chi si ricorda di Gaza con le sue donne e bambini ridotti a macabre statistiche? Chi mai se ne ricorda di questo lembo di terra polverizzato?
Nessuno.
In questo quadrante, che fine hanno fatto i sacri valori dell’Europa di Bruxelles? E il diritto internazionale, che impone di proteggere gli aggrediti dagli aggressori?
Quando il cattivo non è Putin ma un vecchio compare di merende, l’Europa sa bene come ballare sul sangue altrui.
L’Europa, culla del colonialismo, delle due guerre mondiali, del fascismo e del nazismo, è senza ombra di dubbio la vergogna della storia umana. Oggi, come ieri, si erge a predicatrice di diritti e libertà mentre benedice assedi con il suo complice silenzio.
Con quale credibilità pretende di dare lezioni di civiltà? La sua è la democrazia fasulla delle sanzioni a intermittenza e dell’indignazione selettiva.
Quella cosa chiamata Europa ora parla di riarmo, ma è solo l’ennesima truffa: un diversivo per nascondere il suo fallimento politico. Perché mai nutrire il popolo quando si può nutrire la paura?
Prima i migranti, ora la minaccia di Mosca.
È l’ultimo spasmo di un vampiro che succhia se stesso. Perché nessuna economia di guerra ha mai salvato una civiltà. L’ha solo trascinata, più in fretta, verso la sua fine.
Ora tocca a noi. Un primo gesto.
Per chi può, l’appuntamento è sabato 15 marzo alle 15 a Roma, in piazza Barberini.
Che sia chiaro: non è una contro-manifestazione, è la manifestazione. Quella che dice no all’economia di guerra.
Ultima ora: Strasburgo ha dato il via libera al piano Ursula di riarmo. Dopo tanto rumoreggiare Lega, Avs e Cinque stelle hanno votato contro, mentre il Pd si è astenuto. Incapaci a tutto.
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Alfredo Facchini