La stanza dei giochi

DI ORSO GRIGIO

REDAZIONE

 

Immaginate una stanza giochi dove parcheggiare i bambini che a casa romperebbero i cosiddetti?
Ci siete?
Bene. Ora immaginate che invece di bambini si tratti di politici di quarta o quinta fascia che in casa propria hanno esaurito i ruoli da ricoprire ma che debbano ancora incrementare conto corrente e vitalizio, oppure che siano stati trombati e abbisognino di un premio di consolazione, o ancora immaginate che si tratti di soggetti un po’ scomodi, non proprio in linea col partito in cui stanno quindi da sistemare altrove acciocché non disturbino il manovratore; foglie di fico insomma, una spruzzatina di colore democratico sulla facciata, che però nella sostanza dei fatti non debbano contare niente (chi ha indovinato i due a cui mi riferisco vince).

Avete immaginato tutto?

Ecco l’Europa, signori! Un pascolo gigantesco, un Ente Merenda costosissimo per il quale non bastava nemmeno una sola sede dove organizzare le varie gozzoviglie giulive e farsi selfie ridondanti di sorrisi alla caz*o di cane da tramandare ai nipotini prima di passare a riscuotere lautamente la propria inutilità, come ho già scritto.
Non si badi a spese quindi: facciamone due. Anche per farli muovere un po’, che sennò si impigriscono.
L’Europa è un’appendice in minore dei partiti, che minori lo sono già di loro, una struttura senza identità creata non per nobilitare la politica e il suo ruolo al servizio delle persone, ma per affossarla del tutto e lasciare che a governare siano interessi diversi. Vedremo quali. Un comitato d’affari, dove manca la qualità, mancano gli statisti, manca la coesione, lo spessore culturale, ma soprattutto mancano le idee. Un accrocco lontano anni luce dalla sua idea originaria. Una parola vuota, alla quale qualche talebano si ostina perfino ad associarne un’altra, “Unita”, creando così la Madre di tutti gli ossimori. Ma anche se lì dentro ci fosse, o ci fosse stato, qualcuno capace, non avrebbe né avrebbe avuto spazio, anche lui fagocitato da altri interessi e da direttive calate da chi dei bisogni veri delle persone se ne sbatte le palle. I banchieri per esempio.

E’ l’economia che guida la politica, non il contrario.

Al massimo quel parlamento può deliberare sulla misura delle banane, mettere i lacci ai tappi delle bottiglie di plastica e decidere a capocchia di imporre le auto elettriche entro dieci anni, una roba che qualsiasi  “fenomeno” sapeva già che non sarebbe stata possibile neanche di striscio. E per fortuna, visto che l’elettrico i problemi non solo non li risolve ma li moltiplica per “n” volte dove “n” è un fattore di moltiplicazione piuttosto alto. Ma è solo l’ennesima dimostrazione di quanto siano un mondo a parte, scollegato da quello reale e con interessi ben diversi.

Una carica sotto dettatura, la nomina europea.

E sotto dettatura hanno lavorato anche quando questo grazioso equilibrio di inutilità è stato turbato da una guerra. E’ cambiato solo il dettatore, non più i padroni dei soldi ma lo stordito americano. Serviva prendere posizione, discutere, mediare, cercare di capire e far capire. Dire la propria insomma, perché far parte di un Alleanza non vuol certo dire accettare qualsiasi nefandezza venga decisa, invece di prostrarsi come stupidi servi ai bisogni di uno già guerrafondaio di suo ma la cui lucidità mentale pareva piuttosto compromessa dall’età.

Servivano gli uomini che non ci sono più,

serviva la diplomazia (cosa?). In fondo con la Russia ci facevano tutti affari vantaggiosi, e quella guerra con l’Ucraina veniva da lontano, aveva cause un po’ più complicate e non si doveva liquidare con la litania “aggredito e aggressore” andata in onda per anni come un incubo a reti unificate. Chi mi segue sa come la penso su tutta la faccenda. Per riassumere diciamo che sono parecchio vicino ad Orsini e in genere alle posizioni del Fatto, e non certo per cieco fideismo, difetto che non mi appartiene. Infatti la cosa potete leggerla anche al contrario e potrebbe essere che siano loro a pensarla come me. Una linea di pensiero condivisa peraltro da esperti e studiosi enormemente più competenti di me e meno annebbiati dai fumi della retorica e dell’ipocrisia che hanno appannato la lucidità di pensiero dei troppi erogatori a spruzzo del

Pensiero Unico.

Quanto in buona fede non lo so e preferisco non saperlo.
Invece abbiamo visto come l’Europa, dove stazionano statisti del calibro della Picierno che la sola idea che sia gente come lei a portare avanti i nostri interessi mi fa venire le pustole farcite, abbia deciso di non decidere azzerbinandosi prona ai piedi di un piazzista di armi americano piuttosto confuso che di chiaro aveva solo il bisogno di smaltire i propri arsenali di mer*a.
E come l’Europa ha fatto l’Italia, naturalmente, ché la qualità del legno è comunque quella. Da un governo come il nostro e un ministro come Tajani, che schisciano il coraggio come le zanzare a ferragosto, non è che ci si possa aspettare altro. In Europa la pace, illustri ascoltatori, non l’ha mai cercata né voluta nessuno. Non fatevi prendere per il culo. Fuori da qualsiasi logica e oltre qualsiasi perversione conosciuta quei miracolati incapaci con a capo un’altra figurina simile all’attorucolo però con la permanente, hanno solo messo in pratica sanzioni boomerang che invece di quella russa hanno distrutto le nostre, di economie. E dai loro comodi divani, come se fosse un videogioco, hanno alimentato una guerra, dove però si moriva per davvero. E adesso quella stessa figurina, in piena fregola guerriera, ignorando qualsiasi democrazia e ogni parlamento, decide che ci si debba riarmare e prepararsi alla battaglia contro i russi cattivi che di sicuro ci vogliono invadere. A noi, povere animelle. Inghilterra e Francia hanno colonizzato anche le zolle, la Germania non ne parliamo e l’Italia da par suo, confusa fra la farsa e la tragedia, però i cattivoni sono sempre gli altri. Il mondo è malato, ma noi non siamo certo quelli sani.
Tutto questo con il plauso dei personaggi che hanno contribuito a questo sfacelo, come quel fenomeno di Prodi, un altro artista delle prese di culo che dichiarò di anteporre gli interessi dell’Europa a quelli dell’Italia (e si sono visti i risultati). Credetemi, qui non si tratta di essere contro l’Europa. Si tratta invece di pretendere che abbia un’identità propria, storica, politica e culturale, votata alla pace. Che sia quella che ci avevano promesso quando venivano in sfilata nelle scuole con la fascia tricolore, e che si ponga degli obiettivi nell’interesse primario delle persone. E non certo di farsi abbindolare da un’esaltata che inneggia alla guerra tanto poi a morire ci andranno gli altri e che invece di farsi semmai carico del problema della difesa non trova di meglio che chiedere ai paesi di fregarsene di bisogni primari e bilanci e sputtanarsi invece centinaia di miliardi per acquistare armi di merda che non serviranno a niente, se è vero che l’Europa può mettere insieme circa duecento testate nucleari, quelle francesi, contro le oltre seimila della Russia, per di più con il nostro territorio già contaminato da una moltitudine di basi americane con altra merda pronta ad esplodere. Ce n’è più nei depositi militari che nelle fogne, di merda, ma di questo passo le fogne vere smetteranno di riempirsi e faremo solo missili.
Eppure non sembra difficile da capire che armarsi, in tempo di nucleare dove sparse sul pianeta ci sono abbastanza testate da distruggere l’intera galassia in un click del mouse, non servirà a un caz*o di niente.
Sarebbe come organizzare una contraerea con la ghiaia lanciata a mano.
Peggio, si otterrebbe proprio l’effetto contrario: quello di accenderle, le guerre.
Però vi prego, non confondetemi con un Salvini qualsiasi. Lui è trumpiano, io sono pacifista. Lui cambia idea come fossero cravatte. Io non le ho mai portate, per dire.
C’è un abisso.
Purtroppo fra i politici che governano non c’è nessuno, non uno, che voglia passare alla storia come quello che ci ha provato, che ha fatto scelte diverse, che ha aperto gli occhi e ce li ha fatti aprire a noi.
Non ce n’è uno diverso. Non c’è n’è uno migliore.
Tutti ottusi, instupiditi dalla pavidità.

La soluzione

Io però sono il peggio che ci sia: non solo pacifista ma disfattista, putiniano, trumpiano e comunista. Il più disallineato e asincrono di tutti, con orgoglio, ma voi non seguitemi perché sbaglio senz’altro e la soluzione che risolverà tutto è un’altra che andremo or ora ad analizzare.
La propone Michele Serra, ed è quella di scendere in piazza per l’Europa. Così, tanto per fare qualcosa, come ha detto lui stesso citando il motto di Draghi: figura a cui si ispira, evidentemente.
Certo, rimane difficile da capire come in questa fetida fogna il primo motivo che spinge costui a evocare la piazza sia proprio questo. Eppure di ragioni per protestare di brutto ce ne sono sempre state a valanghe, tipo smembramento della Sanità, della Scuola, equità sociale a puttane, diritti sociali e civili, miseria che morde il culo di milioni di famiglie, stipendi e pensioni ridicoli, salario minimo, morti sul lavoro, ragazzi che scappano all’estero, disfacimento etico… non proprio pinzillacchere insomma, eppure lui si muove adesso. Forse le quisquilie che ho elencato dovevano apparirgli troppo banali, roba da plebei. Vuoi mettere invece quanto sia chic manifestare per l’Europa.
Sarà più bello anche da raccontare ai nipotini di prima.
Che poi manifestare per quale Europa, e per cosa, per chi, per che ca*zo?!?
Non importa, si va lo stesso: federisarca tutti ‘na barca.
Vedrete, ci saranno tutti. Chi condivide il piano di riarmo voluto dall’esaltata e chi invece chiede che debba essere l’Europa ad a organizzare una difesa comune con tanto di esercito, e come sempre chi ci andrà solo per prendersi qualche secondo di vetrina e qualche microfono vacante per la solita dichiarazione grondante banalità.
Di certo ci sarà il pd, che appartiene a tutte e tre le categorie: a favore, contro e non so. Soprattutto non so.
E di certo ci saranno tutti i cosiddetti radical-chic, termine che odio ma che rende l’idea.
Quelli che vanno da fazio, che il mondo è meraviglioso e la vita è bella, che noi siamo buoni e tutti abbiamo diritto alla felicità, e giù archi, violini e la musica di Jovanotti.
Quelli che veleggiano sospinti dalla loro retorica rimirandosi nello specchio senza nemmeno accorgersi di quello che succede intorno.
Quelli che si parlano addosso, poi si ascoltano e poi dibattono. Da soli, dentro la loro inaccessibile bolla di sapienza.
Quelli che gli importa una sega se per farsi un esame ci vorrà un anno o due, in fondo cos’è il tempo se non lo stupore dell’attesa; e cosa gli cale se potranno curarsi solo i ricchi, tanto i ricchi sono loro.
Quelli che con la loro puzzolosità respingente hanno desertificato la sinistra.
Quelli che fa tanto fico scendere in piazza per l’Europa.

Grazie Conte e scoop

La sto facendo lunga, lo so, ma visto che di voglia di scrivere ne ho sempre meno e presto mancherà anche la capacità di farlo, mi ispiro al grande Pantani: spremo i muscoli delle meningi più che posso così per un po’ non scriverò più.
Chiudo questo delirio infinito con ancora due cose: la prima è che nella mia particella infinitesimale di mondo ringrazio Conte perché finalmente lo vedo determinato e deciso sulle cose da fare, e l’altra è uno scoop della mia redazione, la stessa del Vic 20. Da grafici a giornalisti d’inchiesta è un attimo.
Pura fantasia, sia chiaro, ma il mio staff va forte anche in matematica e spesso le sue deduzioni logiche portano a ipotesi che si avverano.

Si tratta di questo.

Nel PD Schlein è ritenuta troppo di sinistra. Lo so, a noi umani sembra impossibile, ma è così.
Quindi i vecchi baroni, renziani in testa, oltre ai radical chic di cui dicevo prima cercheranno di farla fuori.
Lo si è evinto anche dalle parole di uolter ueltroni l’altra sera dalla Gruber, uno che nel momento stesso in cui dice che nelle faccende del partito non ci vuole entrare vuol dire che c’è già entrato e pure con tutte le scarpe. E quel suo richiamarsi ai padri nobili è un invito a Schlein di adeguarsi tornando su posizioni socialdemocratiche di destra, altrimenti torneranno loro.
Torneranno, certo, perché ci sono già stati, e sapete chi sono i padri nobili evocati?
Tenetevi forte. Sono nientepopòdimeno che Letta e Gentiloni, sotto l’egida di Renzi che di quel partito ha sempre avuto il controllo tramite i suoi sgherri infiltrati.
Lo so che vi si stanno urticando le scatole fino al fuori scala come a me, ma è esattamente questo.
Io ho sempre detto che Schlein doveva avere il coraggio di fare tabula rasa di tutte le scorie renziane e proporre scelte di sinistra. VERAMENTE, di sinistra.
Ma il coraggio non si compra, e nemmeno le idee.
Così adesso faranno fuori lei.
E toccherà pure rimpiangerla.
Per concludere, nell’improbabile caso che qualcuno voglia trarne godimento ma anche nella segreta speranza che questo accada, ci metto pure la faccia, con una dedica speciale a chi mi accusa di non avere il coraggio di farlo. A me…
Buona catastrofe (cit.)
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Orso Grigio