DI LEONARDO CECCHI
Si voleva l’esercito europeo?
Bene, sarebbe stato un bel passo avanti in nome dell’europeismo, perché un’unità politica passa anche dalla difesa, lo dice la storia.
Ma qui non si parla di esercito europeo: qui si parla di accollare agli Stati membri 650 miliardi di spese. La Commissione europea si è infatti guardata bene dal mettere lei le risorse. Offre 150 miliardi, ma non a “babbo morto”: ce li presta e basta.
Peggio ancora, la BCE
Nessuna indicazione (o sollecito, data l’indipendenza dell’Istituto) è stata data alla BCE sul tornare ad acquistare titoli di Stato, quindi per sostenere questa nuova, enorme emissione di debito che dovremo fare. Zero spaccato, assoluto. Anzi, al contrario la BCE continuerà a far scadere i titoli nazionali che ha già in pancia, aggravando una situazione già drammatica. Perché per collocare tutto questo nuovo debito e renderlo appetibile ai privati dovremo aumentare i rendimenti dei titoli di Stato, quindi aumentare gli interessi da pagare sul debito. Dulcis in fundo, 800 miliardi di investimenti aumenteranno la massa monetaria dell’Eurozona, rischiando – assieme a dazi e rincari energetici – di riaccendere l’inflazione (l’ha ammesso anche Lagarde oggi, è stata costretta).
Tradotto?
Ops, riaumentiamo i tassi. Politica restrittiva. Quindi meno credito e rate più pesanti per famiglie e imprese, ma profitti stellari per banche e industrie della difesa.
Si poteva fare diversamente.
Si poteva fare una cosa più ragionata. Si è preferito fare così. Ne pagheremo il prezzo e sarà salatissimo.
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Leonardo Cecchi