Quelli di Piazza del Popolo

DI ALFREDO FACCHINI

Alfredo Facchini

 

Ah, la piazza dei Michele Serra.

Qui troverete innanzitutto i moralisti delle sanzioni a targhe alterne: inflessibili con l’Orco russo, perché la legge morale impone rigore e castigo, ma improvvisamente più cauti quando si arriva al capitolo su Israele. Niente più sanzioni, solo “riflessioni”; niente più condanne, ma “distinguo” e doppi pesi. L’arte di punire quando si deve e perdonare quando conviene.

L’indignazione selettiva

Poi, qui troverete i virtuosi dell’indignazione selettiva, impeccabili nel denunciare stermini e stragi, ma solo quando il sangue scorre esteticamente dal lato “giusto” della storia. Solo se le vittime hanno la carnagione perfettamente bianca.
– Su Gaza? Una tragedia in atto, certo, ma “Ricordatevi del 7 ottobre!”, gridano, come se la Storia fosse un nastro da riavvolgere, cancellando il prima e il dopo.
– Sul dramma ucraino? Qui si toccano vette di viltà spaziali. È un’epopea da sostenere “fino all’ultimo respiro”, purché sia quello di qualcun altro. Di un figlio che non è il tuo.
– Su Trump? Ah, certo. Qui, gli europeisti dell’ultima ora cadono dal pero, scoprendo con stupore che, per 80 anni, l’Europa non è stata altro che una colonia americana e con la NATO a stelle a strisce che decideva pure il menù a cena.
– Sulla pace? Per fare la pace bisogna preparare la guerra, dicono. La solita genialata: per spegnere un incendio, meglio versarci sopra una tanica di benzina. D’altra parte, cosa potrebbe mai andare storto per far esplodere il mondo? 800 miliardi in armi? Eh, che vuoi che sia. L’Europa non vende sogni, ma solide realtà…

Poi ci sono i “perplessi”

E poi in mezzo, a questa carovana grottesca, troverete la folla dei perplessi per dovere, quelli che mormorano: “Siamo qui, ma non ricordo più perché”.
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Insomma, dalla piazza di Michele Serra è meglio starne alla larga. Per quanto mi riguarda, domani sarò in un’altra piazza—Piazza Barberini, per dire No all’economia di guerra.
(L’effetto Serra nuoce gravemente alla salute).
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Alfredo Facchini