La Meloni alla Camera: “Non so se quella di Ventotene è la vostra Europa, ma certamente non è la mia”

DI MARIO IMBIMBO

 

Non è mai troppo tardi…

E così a 48 anni, e dopo 33 anni di militanza politica la Meloni scopre i concetti di Rivoluzione e dittatura del proletariato che da Marx in poi hanno guidato le speranze di una società più giusta per milioni e milioni di persone. Concetti nati nell’Ottocento e che nel novecento hanno animato un gigantesco dibattito a sinistra fra riformisti e rivoluzionari.

In perfetta malafede

E lei cosa fa? Strumentalmente prende un singolo passaggio del Manifesto di Ventotene scritto da Altiero Spinelli, Ernesto Rossi, e Eugenio Colorni e fa dei fondatori “dell’Europa libera e unita” dei sabotatori della democrazia. Quasi fossero miseri, questo sì, “sgherri fascisti”. Dimenticando nelle sue farneticazioni un piccolo particolare. Piccolissimo.
Il Manifesto prende il nome di Manifesto di Ventotene perché a Ventotene i tre autori erano lì esiliati dal fascismo, quello sì la peggiore dittatura foriera di morte, guerra, e distruzione. Nel solito becero taglia e cuci meloniano la parte diventa tutto e viene usata strumentalmente senza vergogna e dignità.
Cari eredi del fascismo, che tanto faticate a dirvi antifascisti, quando parlate della storia della sinistra, che in Europa ed in Italia è stata sì storia di liberazione dei popoli, sciacquatevi quella sudicia bocca. E non approfittate troppo della pazienza dei popoli, perché quando questa si esaurisce per i leader autoritari nella storia non è finita mai troppo bene!!!
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Mario Imbimbo