DA REDAZIONE
Stefano Rizzuti dal giornale LA NOTIZIA –
Il taglio dell’Irpef diventa una beffa: lavoratori e pensionati si trovano a dover pagare 260 euro in più di tasse non dovute.

Il taglio dell’Irpef voluto dal governo Meloni si trasforma in una beffa. A denunciare il pasticcio sull’acconto Irpef non dovuto è stata la Cgil, che spiega come lo Stato incasserà con questo controverso sistema 4,3 miliardi che sono serviti per il taglio delle aliquote in vigore da gennaio 2024. Incassi che derivano dal fatto che i lavoratori e i pensionati dovranno versare tasse che non dovrebbero pagare e che solo dopo un anno potranno recuperare.
Christian Ferrari, segretario confederale Cgil, parla di “vergognosa partita di giro”, oltre che di “ennesimo inganno” e di una “riforma virtuale”. Proprio una simulazione del Caf Cgil su lavoratori dipendenti, autonomi e pensionati permette di sapere quanto gli italiani dovranno versare di tasse in realtà non dovute.
Taglio dell’Irpef, il pasticcio che penalizza lavoratori e pensionati
Cosa è successo? In pratica il governo ha deciso di far applicare le vecchie regole per l’Irpef, quando le aliquote erano più alte e le detrazioni inferiori. Quindi va a controllare se il contribuente sia in debito con lo Stato e se matura l’acconto. Così, però, quasi tutti si trovano a pagare più tasse, non dovute, o si vedono abbattere il rimborso per le spese portate in detrazione.
Quanto si pagherà in più di tasse non dovute
È Repubblica a riportare le simulazioni della Cgil che permettono di capire quanto lavoratori e pensionati dovranno pagare in più di tasse. In media i lavoratori dipendenti daranno allo Stato una sorta di credito a tasso zero pari a 75 euro nella fascia al di sopra della no tax area e fino a 15mila euro. Questa cifra sale a 100 euro per chi ha un reddito tra i 15mila e i 28mila euro. Poi si arriva a 260 euro per i lavoratori dipendenti con reddito superiore a 29mila euro. Per quanto riguarda i pensionati, tra i 15 e i 29mila euro pagheranno 100 euro in più di tasse. Sopra i 29mila euro verseranno 260 euro di extra-tasse.
Per 20 milioni di lavoratori dipendenti, si parla di un esborso totale di 2,8 miliardi, che verranno restituiti dallo Stato solo dopo un anno. A questa cifra vanno aggiunti gli 1,5 miliardi dei pensionati. Così si arriva a un totale di 4,3 miliardi, ovvero la cifra che il governo ha speso (o forse sarebbe meglio dire spenderà) per ridurre l’aliquota Irpef dal 25% al 23%, alzando inoltre la detrazione per lavoro dipendente fino a 15mila euro.