DA REDAZIONE
REM dalla redazione di REMOCONTRO –
L’inchiesta della rivista israeliano-palestinese ‘972mag’. L’assedio totale di Israele nel nord della Striscia è molto peggio di quanto previsto dal cosiddetto «Piano dei generali», nelle modalità e nell’obiettivo: stragi e fame per svuotare l’area e permettere il reinsediamento dei coloni. Le menti sono il gruppo ‘Tzav 9’ e il think tank di ultradestra ‘Kohelet’, ideatore dell’agenda di governo
Tutta la popolazione chiusa ad al-Mawasi
“Il progetto rivelato dal Financial Times: governo militare, niente Onu, aiuti distribuiti sulla base della tabella calorica minima. La riserva palestinese, senza amministrazione autonoma locale, partirà dalla tendopoli lungo la costa. È lì che i militari stanno già ordinando ai gazawi di dirigersi. Save the Children denuncia: in una settimana, dalla rottura della tregua, 270 bambini uccisi dai raid israeliani.”
Niente Onu, niente di umanitario, niente Hamas e niente Autorità palestinese
Il piano israeliano per l’occupazione della Striscia di Gaza non lascia spazio alla presenza internazionale. «L’esercito solamente, il suo, che occupa, amministra, riceve aiuti e li distribuisce secondo le proprie regole e i propri calcoli di fabbisogno alimentare. Gli altri possono dare soldi, se vogliono, per consentire la sopravvivenza di una popolazione palestinese che non avrà possibilità di lavorare, costruire, di spostarsi. Più di due milioni di persone chiuse e schiacciate in una riserva lungo la costa mediterranea, tra l’esercito e il mare», precisa Eliana Riva sul Manifesto.
«Combattimento e amministrazione»
Per costruire la «Riviera del Medio Oriente» forse sarà necessario un po’ di tempo in più rispetto ai piani del presidente Trump ma è questa la condotta storica con cui Israele modifica i fatti sul campo: esercito e amministrazione. Un’inchiesta del Financial Times ha rivelato i passaggi essenziali del progetto di cui da diverso tempo affioravano indiscrezioni. Il «Piano dei generali» rielaborato dal nuovo capo di stato maggiore Eyal Zamir, ma non ancora approvati dal gabinetto di sicurezza. Il quotidiano israeliano Haaretz aveva già parlato della volontà di Zamir di istituire nell’enclave un governo militare, approfittando dell’appoggio di Washington.
Al Mawasi, la Gaza palestinese che resterà
Vietata qualsiasi presenza umanitaria internazionale mentre i soldati, con carri armati, bombardamenti, spingeranno tutta la popolazione verso la costa. Probabilmente la riserva palestinese, partirà dalla zona in cui oggi si trova la cosiddetta «area umanitaria» di Al-Mawasi, una gigantesca tendopoli per gli sfollati lungo la costa, al confine con l’Egitto dove non sarà possibile organizzare nessuna amministrazione locale. È lì che i militari stanno ordinando ai gazawi di dirigersi.
Aiuti umanitari centellinati
Solo Tel Aviv controllerà gli aiuti umanitari, da cui la popolazione sarà totalmente dipendente, e ne consentirà l’accesso in base al numero di calorie che riterrà più opportuno, come in effetti già accadeva prima del 7 ottobre. «Ora, però, l’esercito non governerebbe solo l’ingresso degli aiuti ma anche la loro distribuzione. Al massimo, dicono le fonti, sarebbe disposto a valutare il supporto di appaltatori privati», precisa ancora Eliana Riva. Una gestione che attualmente è garantita da Nazioni unite e ong, su cui già si è aperto il ‘fuoco politico’ di Israele con la copertura Usa.
Via da Gaza il personale straniero
Il 30% del personale straniero delle organizzazioni internazionali, che è una parte minima dei 13mila dipendenti nell’enclave, sarà presto evacuato. Tel Aviv ha ammesso la responsabilità dell’attacco agli uffici della Croce rossa internazionale a Rafah, dichiarando che si è trattato di un «errore». Quindici operatori della protezione civile e nove paramedici della Mazzaluna rossa risultano ancora scomparsi. Inviati a Rafah per una missione di soccorso, dopo aver ricevuto diverse telefonate di aiuto da feriti intrappolati dall’assedio dell’esercito. L’organizzazione ha denunciato che le autorità di Tel Aviv respingono qualsiasi tentativo di coordinamento per far giungere squadre di soccorso nell’area assediata di Rafah, dove continuano bombardamenti e attacchi di terra.
Proteste a Gerusalemme contro Netanyahu, a Gaza contro Hamas
“Decine di residenti di Khan Younis, nel sud di Gaza, hanno sfilato in corteo gridando ‘fuori Hamas’. Si tratta della terza manifestazione nel giro di poche ore nella Striscia. I video postati sui social da Gaza mostrano manifestanti che urlano contro l’organizzazione fondamentalista. «L’ondata di appelli a rovesciare il governo di Hamas ha raggiunto Khan Younis, la gente qui dice che Hamas è un’organizzazione terroristica», si legge in uno dei tanti messaggi social dall’enclave. L’Autorità Nazionale Palestinese ha chiesto ad Hamas di «rispondere all’appello del popolo palestinese nella Striscia di Gaza».”
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Articolo a firma REM dalla redazione di
26 Marzo 2025