Azione: dal Congresso di Calenda nasce il “campo largo” calendiano, guerrafondaio, anticontiano

DI GIANCARLO SELMI

Giancarlo Selmi

Inaugurato il “campo largo” calendiano, guerrafondaio e anti-contiano

C’era di tutto ma mancava il totem di qualunque congresso: la linea politica, l’idea di paese, le risposte da dare a chi, in questa Italia, non riesce più a vivere. E così, ciò a cui si è assistito ieri, in un congressino convocato in una saletta così piccola che pareva una saletta privata di un bar che trasmette calcio in diretta, si è ridotto a un volgare attacco a un assente, Giuseppe Conte.
Nessuno ha parlato d’altro. Il “campo largo” Calendiano guerrafondaio, è stato inaugurato. Lui, tutto l’apparato di FdI, Meloni, Donzelli, Crosetto. Mezzo PD, la parte che ha meno voti e occupa senza pagare l’affitto, un’area politica che non la riguarda. Gli ex democristiani di destra, quelli che stanno a sinistra come la panna nella carbonara. Elenchiamoli: Gentiloni, Picierno, Guerini. E poi il “profumato” Fassino, sempre più simile a un maestro cerimoniere di sepolture. Insieme a loro Monti. Tutti uniti in sontuose risate e meravigliosi abbracci.

Cos’hanno in comune con i post fascisti di FdI, veri ospiti d’onore del congressino?

Ieri non era la politica, certamente. La politica era estranea alla saletta privata e non è pervenuta. Ciò che li teneva insieme, con risate sguaiate e scenografici abbracci, sono stati gli insulti a Giuseppe Conte, al suo gruppo politico e a quelli che lo votano. Tutti da “cancellare”. In un fulgido esempio della “democrazia liberale” che riempie inappropriatamente la bocca di quel tipo lì, Calenda. Che ha cambiato più posizioni che quelle previste dal Kamasutra, e che è finito per chiedere aiuto a Meloni. È la storia della sua vita, qualcuno che ha potuto fare qualcosa per lui lo ha trovato sempre. Qualche professore, il nonno diplomatico, Montezemolo, Monti, Renzi. Poveretto, fa quello che può. È un caso umano. E i casi umani si aiutano, vero?

Ma, visto il parterre uno straccio di posto non gli mancherà mai

E dai Meloni, un posto da sottosegretario o qualunque altra cosa a questo poveraccio è così difficile trovarlo? Noi ci teniamo l’avvocato, quello che vi fa tanto dannare e al quale avete appuntato, ieri, con i vostri insulti, una medaglia sul petto. Giuseppe Conte per tutti voi inarrivabile. Ce lo teniamo stretto. Perché avere come nemici ed essere insultati da gente come Calenda, Meloni e quanti c’erano ieri nella saletta, è stato un onore che la storia farà diventare grande.
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Giancarlo Selmi