DI GIOACCHINO MUSUMECI
Una cosa è informare, altro è propagandare
L’informazione corretta, lo so perché nonostante il lavoro che svolgo me ne occupo con fatica ogni giorno, dal mio punto di vista non è quella che opera come un organo di propaganda partitica. Una cosa è informare, altro è propagandare. Per la propaganda c’è il capillare apparato di governo, editori zerbini e giornalisti senza vergogna; sebbene capacissimi hanno deciso di servire al tavolo in cui mangiano di più.
E ‘vero che il Movimento è sempre stato ostracizzato. Tuttavia certa ostilità oltre che arrivare dal ceto corrotto, parassitario e mafioso del Paese, fu anche largamente fomentata dall’arroganza del grillismo primigenio; si intestava la rivoluzione col limite che mancavano reali strumenti per realizzarla concretamente. Una rivoluzione reale divelle irreversibilmente lo status quo ante, non lo cambia solo momentaneamente. E senza riconoscimento e appoggio dalla maggioranza di intellettuali non c’è alcuna rivoluzione solida. Essenzialmente l’Italia 2018 non era pronta ma oggi lo scenario politico è talmente diverso da aver creato i presupposti per la rivoluzione abortita qualche anno fa.
L’avvento infausto di Trump
Anche il deterioramento trasversale della classe dirigente occidentale e l’avvento infausto di Trump, sostenitore del terrorismo militare israeliano mai contenuto da politiche Dem ipocrite, sono fattori su cui giocare carte che potrebbero portare a risultati inaspettati solo pochi mesi fa. Mentre la manifestazione pro Europa promossa da Serra guardava l’Europa senza bocciarne le politiche scriteriate e violente della Von der Leyen, sul tema della pace il Movimento è straordinariamente coraggioso mentre il Pd solo ora comincia a offrire qualche segnale di risveglio anche per la vicenda vergognosa della Picerno. Ciò potrebbe compattare gli intellettuali e l’opinione pubblica silente, così da creare un fronte pacifista veramente decisivo. Tutto questo, e va sottolineato, si deve a Giuseppe Conte, populista illuminato e positivo, speriamo che la Schlein ne colga davvero le intuizioni politiche.
L’epilogo del “grillismo” opera di Conte
In qualità di presidente mai domo e mai vittima anche in momenti oscuri, Conte è stato artefice dell’epilogo del grillismo dopo un calvario allucinante e il licenziamento di Grillo con verdetto popolare bulgaro. Oggi infine la posizione politica e ideologica del Movimento è nitidissima.
Tuttavia lo strascico del grillismo non si dovrebbe sottovalutare perché potrebbe lesionare il processo di ricostruzione del consenso popolare appena cominciato. Il grillismo residuo sortisce ancora effetti paradossali, basta ascoltare la buona Virginia Raggi. L’ex sindaca Romana oggi sostiene che il Movimento sia in salute perché si è tornati a parlare di temi sensibili e ritiene sia un vero peccato l’esclusione di Beppe Grillo. Per me invece l’estromissione del garante è stata la catarsi definitiva e necessaria. Mi chiedo comunque dove sia stata la Raggi per tutto questo tempo. Le ragioni dei dissapori tra Draghi e Conte sono tutte nei temi politici popolari che il Movimento consegnò come ultimatum a Mario Draghi.
I conflitti interni del M5S
A Virginia Raggi pare sfuggire che Il Movimento non ha mai dismesso dall’agenda i temi “ topici” ma dal governo Draghi in poi l’impegno si infrangeva sul muro dell’indifferenza fino al disprezzo popolare. Conte era indicato come responsabile della crisi ma Il progetto e l’immagine del Movimento erano gravemente compromessi da polemiche, pettegolezzi e conflitti interni, la palude sordida ove il garante sguazzava in buona compagnia. Giornalisti e politici assetati di rissa ne hanno approfittato ma alla fine la palude è stata bonificata, il garante ne è uscito con le ossa fracassate e Conte rafforzato. Con Grillo innocuo sono terminate invettive e rappresaglie interne contro Giuseppe Conte, non a caso il Movimento si consolida. A parte questo non sta scritto da alcuna parte che Giuseppe Conte debba piacere per forza e farsene una ragione sarebbe segno di maturità. Dopotutto quando si hanno ottimi argomenti politici da esporre, il resto è solo fuffa.
The end.
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Gioacchino Musumeci