Usa in piazza contro Trump: «Giù le mani dalla democrazia»

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Dalla redazione di REMOCONTRO –

Oltre mille manifestazioni in tutti gli Stati Uniti, la più grande a Washington, mentre entrano in vigore i «dazi di base» al 10% – nessuno escluso. Il giorno dopo il primo crollo delle borse globali più drammatico dai tempi del Covid, dagli Stati uniti arriva la prima protesta di massa contro Donald Trump e il suo ‘vice ombra’ Elon Musk. 

Ascesa insidiosa dell’autoritarismo

“«Questa ascesa insidiosa dell’autoritarismo è alimentata da miliardari corrotti e mega corporation che credono di avere il diritto di controllare ogni aspetto delle nostre vite». Il nome della piazza (e di quelle in tutti gli Usa) è ‘Hands Off’: giù le mani, a cui ciascuno aggiunge da cosa: gli studenti, i migranti, la sanità, le istituzioni.”

Diritti umani e società civile

L’evento è organizzato da decine di organizzazioni per i diritti umani e della società civile, da MoveOn a Women’s March scrivono Marina Catucci e Giovanna Branca: «Hanno paura di ciò che stiamo costruendo. E fanno bene ad averne. Non è finita qui, abbiamo appena cominciato – scrive l’organizzazione femminista che ai tempi del primo mandato Trump aveva organizzato una delle più grandi manifestazioni di protesta della storia Usa. Non a caso nella piazza di New York, a Bryant Park, in molti indossano il cappellino rosa di quella storica Women’s March. «Sono qui a protestare per quello che l’amministrazione Trump sta facendo agli studenti. Intollerabile che vengano perseguitati per aver espresso il loro pensiero».

Immigration and Customs Enforcement

“A Washington i manifestanti hanno esposto davanti alla sede dell’Ice, l’Immigration and Customs Enforcement, centinaia di scarpine vuote, a rappresentare i bimbi palestinesi uccisi dalla guerra a Gaza. Mentre sul National Mall i manifesti proclamavano che «L’America non ha re,  e non ne ha bisogno».”

Mezzanotte e un minuto dopo

Nella notte, prima che si cominciasse a manifestare, erascattata la scure: a mezzanotte e un minuto i dazi di base (baseline tariffs) del 10% hanno iniziato a essere imposti su quasi tutte le merci in ingesso alle dogane portuali e aeroportuali degli Stati uniti. Nessuno sconto neanche per le navi cargo che avevano raggiunto il porto di destinazione entro la mezzanotte – nonostante il Customs and Border Protection avesse concesso un «periodo di grazia» di 51 giorni su carichi a bordo di aerei o navi il cui transito verso gli Stati uniti fosse iniziato prima della ‘deadline di sabato’.

Tagli alle tasse ma vince l’aumento dei prezzi

Nel frattempo il Senato approvava il piano di budget voluto dai repubblicani, mentre sugli americani si stanno per abbattere tasse ben più gravose sotto forma di prezzi gonfiati dai dazi. A scontare le tariffe anche gli accordi su Tik Tok: poco prima della ritorsione di Pechino era stata decisa un’ulteriore proroga di 75 giorni per la piattaforma di proprietà cinese negli Usa. Ma dopo i dazi annunciati da Trump tutte le trattative sono in stand-by.

In casa governativa, si salvi chi può

A subire il colpo c’è lo stesso segretario del Tesoro nominato da Trump, Scott Bessent, che secondo delle fonti della giornalista Msnbc Stephanie Ruhle ripresa dal manifesto, starebbe cercando una via di fuga dal suo incarico: «Mi hanno detto che sta cercando una via d’uscita per entrare alla Fed, perché negli ultimi giorni la sua credibilità è stata distrutta». «Quanti Scaramucci è durato?» ci si chiede sui social, usando come unità di tempo la permanenza alla direzione delle comunicazioni della Casa bianca di Anthony Scaramucci, licenziato da Trump durante il suo primo mandato dopo appena 11 giorni.

Financial Times

“Il weekend ha permesso ai partecipanti al mercato di considerare le implicazioni non solo delle tariffe, ma anche di una possibile recessione globale e di un’ondata di beni cinesi economici e reindirizzati verso mercati non statunitensi”, nota il Financial Times. La reazione emotiva è comprensibile e giustificata. Ma non di solo panico vivono oggi le Borse asiatiche. Scaricare mercati costosi e sovrapprezzati può anche essere una strategia. La finanza asiatica è stracolma di titoli americani o di aziende in sovra-esposizione sul mercato Usa. Altro effetto di rimbalzo contro l’operazione dazi di Trump.”

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Articolo della redazione di

7 Aprile 2025