Trump straparla, e Giorgia vola in America

DI MICHELE PIRAS

 

“Tutti i Paesi mi chiamano baciandomi il cu*o, muoiono per fare accordi sui dazi”.

Ipse dixit.

104% di dazi alla Cina, la guerra commerciale scatenata da Donald Trump ora è totale.
Alla faccia di decenni nei quali ci hanno triturato le scatole spiegandoci che le merci (a differenza delle persone e dei diritti) dovevano circolare liberamente fra gli Stati e che perciò andavano indeboliti i sistemi di Welfare. In queste ore del resto già si segnalano le prima crepe nella maggioranza parlamentare repubblicana, perché nemmeno quelli del suo partito sembrano particolarmente convinti di assecondare la follia planetaria del leader.

Si attende la reazione dei sostenitori del tycoon

E attendiamo di capire, da qui a breve, quanto saranno felici i suoi elettori, quando piomberanno nelle loro tasche gli aumenti bomba.
Attendiamo fiduciosi, anche perché non di rado gli imperi sono implosi proprio per la megalomania dei loro condottieri.

E Giorgia vola negli States 

E attendiamo anche di vedere la nostra cara Giorgia, madre e cristiana, volare in America con la valigia di cartone – come un due di picche che va a trattare la briscola col re di denari – giusto perché sia chiaro a tutti che si può fare propaganda quanto si vuole, ma che da soli, circondati dai giganti che si danno battaglia, non contiamo assolutamente nulla.
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Michele Piras