Povera Ucraina: dopo l’invasione russa lo scontro America-Europa

DI ENNIO REMONDINO

 

Dalla redazione di REMOCONTRO –

Negoziati per la pace in Ucraina di fatto bloccati. Oltre le dichiarazioni ottimistiche di Mosca e Washington, la verità in questo titolo: «Inseguendo la pace giusta verso la disfatta ineluttabile». Analisi Difesa filo russa o soltanto più attenta ai fatti rispetto ai proclami di parte? Causa chiave della paralisi che sta logorando quello che resta delle forze armare ucraine, la frattura ogni giorno più larga che separa gli alleati occidentali sulle due sponde dell’Atlantico.

Coalizione dei “volontari guastatori”

La Coalizione dei Volenterosi composta da Francia, Gran Bretagna e forse Germania che -dopo gli accordi di pace- vorrebbe schierare in Ucraina una «Forza di rassicurazione». Rassicurare Kiev ma non certo Mosca che comprensibilmente chiede l’assenza di truppe di Paesi Nato. E la proposta dei ‘volontari’ sembra pensata apposta per impedire di concludere con un negoziato il conflitto in Ucraina con loro esclusi. «Bellicosi con la pelle degli altri, in questo caso degli ucraini», il severo commento di Gaiani. Dubbi anche americani di parte ‘Dem’ sull’imparzialità e la competenza della squadra americana scelta da Trump. Tra gli elementi di rottura l’affermazione che nelle regioni secessioniste di Donetsk e Lugansk, fin dal 2014 la gran parte della popolazione voglia essere russa. Tutta no, salvo il fatto provato che con i russi combattono oltre 100 mila militari arruolati in quelle regioni. La propaganda bugiarda colpisce dai due fronti. Negare categoricamente negare che il conflitto sia anche una guerra civile.

Esercito Ucraino-Eu dopo modello Usa

Con le crepe sempre più larghe tra Stati Uniti ed Europa legate ai dazi americani, le tensioni ucraine si aggravano. I capi di stato maggiore delle forze armate di Francia e Regno Unito, che a Kiev il 5 aprile incontrano il presidente ucraino Zelensky e i vertici militari dell’Ucraina. Obiettivo da comunicati ufficiali: «definire una strategia a lungo termine per il ripristino e la trasformazione del modello di esercito, e discutere delle garanzie di sicurezza a sostegno dell’Ucraina dopo l’attuazione del cessate il fuoco». Con la motivazione di offrire garanzie di sicurezza all’Ucraina, obiettivo immediato, far fallire i negoziati gestiti da Trump e Putin. Verso lo scontro aperto in casa Nato se il segretario alla Difesa Usa Pete Hegseth non sarà alla riunione dell’«Ukraine Defense Contact Group» alla base aerea di Ramstein di domani. Un appuntamento periodico che riunisce la cinquantina di nazioni impegnate a fornire aiuti a Kiev.

Defense News

Un funzionario statunitense, ha riferito che Hegseth non solo non sarà fisicamente a Ramstein ma neppure in collegamento video. Un gesto di chiaro distacco per far comprendere al presidente ucraino che se non firmerà al più presto l’accordo che metterà in mano agli americani infrastrutture e risorse minerarie ucraine non potrà comunque contare sul supporto militare statunitense. A rincarare i sospetti di un progressivo sganciamento degli Stati Uniti dall’Europa, l’8 aprile la notizia di NBC News che il Pentagono sta valutando il ritiro di 10 mila militari americani dall’Europa orientale, soprattutto da Polonia e Romania. Sei diverse fonti americane e europee. Le unità che potrebbero essere ritirate infatti fanno parte del contingente di 22mila militari che l’amministrazione Biden inviò nel 2022 nei Paesi della NATO confinanti o nei pressi dell’Ucraina dopo l’invasione russa.

La posizione di Zelensky

Nei fatti il presidente ucraino nega ogni margine di trattativa con Mosca. In Ucraina i negoziati con i russi sono vietati da una legge approvata dal Parlamento di Kiev con un atteggiamento che avrebbe logica se le forze di Kiev stessero riconquistando terreno e vincendo la guerra ricacciando i russi oltre frontiera. Ma è vero il contrario: gli ucraini perdono terreno e capacità militari ogni giorno. Persino le mappe dell’Institute for the Study of the war, think-tank statunitense di ispirazione neocon e totalmente allineato alle posizioni pro-Kiev e anti-Mosca, riconoscono i progressi effettuati dalle truppe russe in quasi tutti i settori degli oltre mille chilometri di fronte. Quasi del tutto cacciati dalla regione russa di Kursk, i militari di Kiev sono penetrati per poche centinaia di metri e a prezzo di gravi perdite in quella di Belgorod. I russi contrattaccano lungo il confine e sono ormai penetrati saldamente nelle regioni di Sumy e Kharkiv e in quest’ultima avanzano anche da est. Le brigate ucraine perdono terreno anche in tutti i settori nella regione di Donetsk

Combattere a favorire Putin?

Non esiste un solo settore del fronte in cui gli ucraini non perdano terreno o si dimostrino in grado di arginare l’iniziativa offensiva russa, se si esclude il fronte di Kherson dove i belligeranti restano separati dal fiume Dnepr. Una situazione in cui la propaganda britannica, sempre attenta a spacciare per ‘rapporto di intelligence’ le sue ‘Psy-Ops’ per influenzare l’opinione pubblica, ha evidenziato che da novembre 2024 a marzo i russi hanno rallentato la loro avanzata in Ucraina passando da oltre 1.130 kmq conquistati nel novembre dello scorso anno a 230 kmq nei primi tre mesi del 2025. Valutazioni che non tengono conto dei territori riconquistati dai russi nella regione di Kursk. Chiaro che la disponibilità ucraina ad accettare una tregua di 30 giorno punta a tirare il fiato e rafforzare le linee difensive congelando l’iniziativa militare russa. Un cessate il fuoco temporaneo che Mosca in queste condizioni non ha alcun interesse a concedere.

Contraddizioni dei volenterosi

Al di là dei proclami agli europei è rimasto ben poco da offrire agli ucraini in termini di armi e munizioni tenuto conto che gran parte degli aiuti militari promessi negli ultimi tempi devono ancora uscire dalle fabbriche. Se l’Occidente non è riuscito ad assicurare la vittoria (o quanto meno il ‘pareggio”’) all’Ucraina con il supporto degli Stati Uniti, potrà riuscirci oggi con il solo contributo di un’Europa in crisi economica ed energetica, in preda a una profonda instabilità politica, militarmente più debole del 2021 e con un piano di riarmo che non convince molti governi europei e che, nella migliore delle ipotesi, potrebbe portare solo tra diversi anni a un rafforzamento militare reale? Il generale Christopher Cavoli, comandante delle forze alleate in Europa, ha affermato il 3 aprile che «la Russia sta espandendo le sue forze armate più velocemente di quanto previsto e sta sostituendo equipaggiamento militare e munizioni a un ritmo senza precedenti».

Ombrello nucleare Usa in Europa

L’Amministrazione Trump starebbe considerando di rinunciare a ricoprire il ruolo di SACEUR, carica ricoperta da un generale statunitense sin dalla sua istituzione negli anni ’50. La rinuncia alla guida delle forze NATO, ancor più dell’assenza di Hegseth dal vertice sugli aiuti militari all’Ucraina, confermerebbe il disimpegno militare di Washington dalla difesa dell’Europa, che suonerebbe come una campana a morto per l’Alleanza Atlantica confermando il disprezzo dell’Amministrazione Trump per gli alleati europei. Una deterrenza NATO a protezione dell’Ucraina è fuori discussione senza gli Stati Uniti e Washington ha già detto che non intende offrire nessuna garanzia. La Ue non ha i mezzi militari né l’unità politica per poter sfidare Mosca e anche un’ipotetica missione di peacekeeping dell’ONU dovrebbe venire approvata dal Consiglio di Sicurezza in cui la Russia ha diritto di veto.

Segretario Nato olandese e Trump

La contraddizione più evidente in questi ultimi giorni, la contrapposizione tra le ultime dichiarazioni del Segretario generale della NATO Mark Rutte e quanto dichiarato da Trump e da Mosca sull’ingresso dell’Ucraina nella traballante Alleanza Atlantica. Il presidente statunitense ha in più occasioni sostenuto che la promessa di adesione di Kiev alla NATO è una delle ragioni che hanno indotto Mosca ad attaccare l’Ucraina ed è stato un grave errore dell’Amministrazione Biden. Rutte, alla riunione dei ministri degli Esteri dell’Alleanza a Bruxelles: «Abbiamo deciso a Washington. Stiamo costruendo il ponte, rendendo l’Ucraina il più possibile interoperabile con la NATO ma non è mai stato promesso a Kiev che l’adesione faccia parte di un accordo di pace». ‘Abbiamo deciso’ e tutti gli altri zitti e allineati? Di fatto la dichiarazione di Rutte rende impossibile un accordo negoziale con la Federazione Russa che tra le condizioni poste per fermare il conflitto include la rinuncia dell’Ucraina ad entrare nella NATO e a ospitare truppe e basi dell’alleanza sul suo territorio. La Nato che si unisce alla UE e Gran Bretagna e Francia nel tentativo di sabotare l’accordo di pace Trump-Putin?  cerca di portare a compimento.

I paradossi

“Il ‘fattore tempo’ non gioca a favore di Kiev e di Zelensky, che Trump potrebbe cercare di rimuovere dal potere per facilitare la firma degli accordi su risorse minerarie e fine del conflitto. Il tempo non gioca neanche a favore dell’Europa, che ha bisogno della pace per rimettere in sesto la sua economia e stabilizzare il mercato energetico. Paradossalmente il tempo non gioca neppure a favore di Trump, che ha bisogno di un successo per suggellare il suo trionfale ritorno alla Casa Bianca. Un successo che gli europei, orfani dell’Amministrazione Biden e minacciati da disimpegno militare e aggressiva politica commerciale statunitense, sembrano volergli negare mentre i russi sono disposti a concederlo solo a condizioni considerate inaccettabili da europei ed ucraini. «Ma per questi ultimi i rischi sono molti elevati a causa degli errori commessi e reiterati nel tempo. La pretesa di ottenere l’utopica ‘pace giusta’, rischia di portare ucraini ed europei, anche se in modi diversi, verso l’ineluttabile disfatta». Analisi Difesa forse da destra, ma difficile in questo caso da contestare.”

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Articolo di Ennio Remondino dalla redazione di

11 Aprile 2025