Firmato il Decreto sicurezza, un altro colpo alle libertà

DI ENZO PALIOTTI

 

In pericolo conquiste sociali importanti

Il Presidente Mattarella firma il Decreto Sicurezza, cavallo di battaglia di questo governo, non rendendosi conto di aver firmato, dopo la cancellazione dell’abuso d’ufficio (grimaldello di tanti reati specie quelli dei colletti bianchi) questo nuovo “grimaldello” che apre la porta alla cancellazione di tutte le conquiste sociali che il Paese ha ottenuto con lotte sociali lunghe decenni e che, già da oggi, sono in pericolo.

In pericolo il bene più grande ed inalienabile: la libertà

Elencarle sarebbe lungo ma tutto ciò si può sintetizzare con una parola “libertà”. A sentire tanti la colpa di tutto questo è solo di chi ha disertato le urne, oltre naturalmente di chi li ha votati. C’è però un altro fattore, determinante, che ha provocato tutto ciò. In primis chi ha “sdoganato” un movimento che, con l’avvento della democrazia, viveva ai margini dell’arco costituzionale, paventando ricordi di “grandezza millantata”, “grandezza” che ha portato solo fame, distruzione e morte.

Quanti “allarmi” inascoltati

Poi ci sono quelli che hanno sempre minimizzato e sottovalutato i tanti allarmi che arrivavano non solo dalla sinistra ma da tutti i democratici. A certi avvisi, allarmi, si reagiva più o meno con un risolino e la “certezza” che certi fantasmi non potessero mai ritornare. Forse costoro si aspettavano di rivedere camicie nere, fez, stivaloni sottovalutando piccoli segnali che ci arrivavano e che venivano accolti, stupidamente, con frasi del tipo: “ma che vuoi che sia”, oppure “sono solo nostalgici senza speranza”, poi “sarebbe anacronistico i tempi sono cambiati”. In tutto questo troviamo responsabilità anche verso la sinistra ed altre forze che si “spacciano” per liberali e che si dovevano opporre e che invece hanno dato più retta alle divergenze tra di loro distraendo attenzioni ed energie che dovevano essere rivolte ad arginare quei tentativi di ripristinare ideologie illiberali e contro i principi fondamentali della democrazia.

I tempi sono cambiati, ma loro no

E invece pare che non siano cambiati e che le piccole cose unite tutte insieme hanno dato loro coraggio e si sono riproposti senza creare grandi traumi, così come si fosse seguita una terapia per evitare gli avvelenamenti: “una piccola dose al giorno può evitare che poi la dose mortale non faccia l’effetto desiderato”. E così è stato!

E rieccoli di nuovo in sella, senza camicie nere, fez e stivaloni ma con le stesse idee

Oggi che sono al potere si stanno scatenando e tutte quelle cose che ai più sembrava impossibile ritornassero ce le stiamo ritrovando giorno dopo giorno. Tutto questo dovrebbe far meditare le opposizioni e pensare a come risolvere questa situazione, mettendo da parte divisioni ed interessi di “bottega” e, specialmente, personali.

Ora tocca alle opposizioni dare un senso a parole a volte abusate: eguaglianza, legalità, democrazia

E’ il momento per loro di dimostrare al Paese che tengono a che non avvenga il peggio perché con la piega che hanno preso le cose ci si può spettare di tutto. Quale buona occasione per cercare una sintesi, un punto d’incontro con l’approssimarsi del 25 Aprile che celebra gli 80 anni della vittoria della democrazia e la sconfitta del nazifascismo, vittoria che aprì la strada alla Repubblica Italiana, democratica e antifascista. Poi eventuali divergenze si potranno appianare, per ora la priorità di tutti i democratici, di tutti gli uomini liberi è quella di mandare a casa questo governo.

.

Enzo Paliotti