Chioschi Mafiosi a Latina e il silenzio preoccupante del Comune

DI FERDINANDO TRIPODI

 

Si è aperto il processo per le intimidazioni sull’assegnazione dei chioschi sul lungomare di Latina, ma il Comune non si è costituito parte civile, come invece annunciato mesi fa dalla Sindaca.

Nel mese di dicembre 2024, la Sindaca aveva annunciato l’apertura di un’istruttoria interna per capire come mai gli atti utili alla costituzione di parte civile non fossero arrivati in giunta.
Ma da allora tutto tace.
A che punto è questa indagine? È mai partita? E se sì, cosa ha prodotto?

La vicenda prende le mosse nel 2017, con un esposto contro ignoti presentato in questura personalmente dall’allora sindaco Damiano Coletta, dopo alcune misteriose rinunce all’assegnazione del primo chiosco al Lido da parte dei legittimi aggiudicatari.
Da lì l’indagine della Procura di Roma, avviata nel 2021, che ha svelato un clima di intimidazione capace di influenzare l’aggiudicazione e di condizionare altri esercenti sul lungomare.

Non solo, l’inchiesta si intreccia con l’indagine “Assedio” sul pressing mafioso ad Aprilia, che ha portato in queste ore da allo scioglimento del Consiglio comunale per infiltrazioni criminali.

L’assenza del Comune di Latina è un gesto che dimostra debolezza nei confronti della criminalità, un arrendersi a tutto ciò che è criminale.

Siamo davanti a una vicenda che ha danneggiato l’immagine della città e il tessuto economico locale, mostrando un’imprenditoria sotto scacco della criminalità.

L’amministrazione aveva parlato anche di una causa risarcitoria in sede civile, oggi invece il silenzio.

A questo punto la domanda sorge spontanea: il Sindaco di Latina Matilde Celentano da che parte sta?
Dimostri con i fatti di voler combattere tutto ciò che ha il sapore amaro dell’illegalità con i fatti.

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Ferdinando Tripodi, Presidente Diritti e Legalità