Boicottaggio

MARIO PIAZZA

Mario Piazza

 

Ogni giorno ha la sua pena

Ogni giorno ha la sua pena, per questo accade molto raramente che io torni sul tema del giorno precedente e meno che mai se a dissentire da ciò che ho scritto sono soltanto tre persone.
Lo faccio oggi per spiegare che, salvo ricorrere a mezzi violenti, il boicottaggio è l’unico modo per opporsi a qualcosa di inaccettabile e che il genocidio del Popolo Palestinese sia inaccettabile dovrebbe essere chiaro soprattutto a chi si dice cristiano. Non è un’arma risolutiva ma aiuta, fu ad esempio un elemento determinante per porre fine alla schiavitù in Sud Africa.

Al Papa era chiaro

Non passava giorno senza che Papa Francesco non spendesse qualche parola per condannare il genocidio in corso, l’efferatezza con cui Israele sta annientando le vite di esseri umani indifesi e impedendo che chi riesce a sopravvivere un giorno in più riceva qualsiasi forma di aiuto. Ad altri invece non basta, non solo al sottobosco vaticano che lucra sul turismo religioso ma anche a persone normali che al tentativo di porre fine all’orrore antepongono motivazioni talmente risibili che faccio persino fatica a descriverle.

La solidarietà non basta

Esprimere solidarietà ai confratelli cristiani di Israele, arricchire la propria cultura, testimoniare ciò che sta accadendo. Intenti nobilissimi ma che perdono qualsiasi sostanza e dignità se per raggiungerli si è costretti a finanziare il mostro che sta portando a termine il genocidio e allo stesso tempo si contribuisce alla normalizzazione di una nazione che sta gareggiando in crudeltà ed efferatezza con la Germania nazista di Hitler.
Concludo dicendo che per decidere o anche solo desiderare di visitare la Terrasanta oggi occorre essere straordinariamente insensibili, o profondamente ignoranti o vergognosamente fanatici.
Il resto è aria fritta.
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Mario Piazza