Papa Francesco: i commenti delle “grandi firme qualità”

DI GIANCARLO SELMI

Giancarlo Selmi

 

I commenti delle “grandi firme qualità” dei giornaloni

È veramente istruttivo sentire i commenti delle “grandi firme qualità” dei giornaloni, sulla morte di Papa Francesco. Uno dei più istruttivi il solito Massimo Franco, solone di una chiesa armamentista e neoliberista com’è il Corriere della Sera. Uno che della sua avversione al Papa argentino, peraltro, non ha fatto mai mistero. Anzi più che avversione, il suo “sentiment” poteva e può essere definito con altre parole, anche peggiori dell’avversione.

Un Papa “divisivo”

In buona compagnia per l’amor di Dio, basti pensare a Salvini, Meloni e tanti altri, ma sentirli parlare oggi fa un po’ ribrezzo. Quello che mi ha fatto veramente pensare, ma non perché io non sia d’accordo, è stata la seguente definizione: “è stato un papa divisivo”. Ebbene sì, Franco, ha diviso. Ha diviso quelli come te da altri meglio di te. È stato un Papa, forse l’unico, che ha parlato sempre con gli insegnamenti di Gesù Cristo. Era la sua parola, ma anche la sua cifra. Ha fatto e ha detto quello che un Papa dovrebbe fare e dire. Quindi, mi domando: cosa poteva dividere? Forse Cristo non era schierato con i poveri? Non lo era anche con gli ultimi? Non scacciò i mercanti dal Tempio? Non era forse Gesù un pacifista? Non era forse Cristo per la “distribuzione”, per la condivisione, ma non per l’accumulazione? Divideva perché ci sono dichiarati “cristiani” che con Cristo c’entrano poco e che, anzi, hanno fatto e continuano a fare il contrario di ciò che Gesù ci ha insegnato. Sono quelli che lo hanno attaccato e deriso per tutta la vita e che oggi piangono il falso. Che, com’è noto, non ha lacrime. Francesco ha diviso i veri cristiani da quelli che cristiani non sono affatto. E, forse, la buona gente dalla gente cattiva. La bontà dalla cattiveria.

Franco e i suoi amici “grandi firme qualità”, insieme a molti politici che oggi piangono e che fino all’altro ieri lo attaccavano e deridevano, dovranno farsene una ragione. Difenderanno la Patria, il loro concetto di famiglia, un loro Dio, come dice Meloni e come farfuglia Salvini. Sicuramente non il Dio di Gesù Cristo, non il mio e neppure quello di Francesco.
Mi vergogno per loro.
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Giancarlo Selmi