Trump e dollaro nello scontro col Mercato rischiano il KO

DI VALERIO SALE

REDAZIONE

 

Dalla redazione di REMOCONTRO –

Il mercato ha scosso Trump che ora siede all’angolo in attesa della ripresa del match. Metafora pugilistica alla reazione della finanza internazionale alle minacce all’indipendenza della banca centrale americana. Il dollaro aveva perso il 6% sul franco svizzero in appena quattro giorni e l’oro cresce del 40%. Risultato, i titoli di Stato, i Treasury, sono diventati meno sicuri per gli investitori.

Prepotenza trumpiana e  “sicurezza”

Il debito Usa, i Treasury, sono le obbligazioni di riserva del mondo, si possono comprare e vendere con facilità, sono sempre liquide e pagano interessi. Questo ciclo ha rafforzato costantemente il valore del dollaro. Fino a quando, in poche settimane, Donald Trump ha sostituito questa dinamica con una politica economica che The Economist ha definito «da far rivoltare lo stomaco». In pratica, il presidente Usa vorrebbe pilotare la valuta al ribasso per rendere più sostenibile il bilancio pubblico e la manovra sui dazi fa parte di questo piano. Ha chiesto un po’ di tempo e qualche sacrificio a Wall Street. Il fatto è che i valori azionari sono un po’ come il colesterolo. Con i dovuti accorgimenti un po’ alla volta si possono aggiustare. Ma il mercato valutario e del reddito fisso è come l’ossigeno. Se viene a mancare, non resta molto tempo per resistere.  

“Grandi Stati Uniti” in che mani si sono cacciati

Per cercare di capire come il governo di una potenza come gli Usa sia andata a ficcarsi in un guaio come questo, bisognerebbe sbirciare nella testa di una ristretta, ma potente congrega di fanatici. Perché i numeri parlavano chiaro sin dall’inizio. Il ‘Donald Trump 2’ è cominciato con numeri molto diversi dal ‘Trump 1’: l’indice Standard&Poor stava a 2.000 punti nel 2017, questa volta stava a 6.000; l’inflazione allora era del 2%, questa volta quasi del 3,5%. Ma soprattutto il debito pubblico americano era circa del 60% mentre questa volta è del 120%. E il deficit allora era basso, 500 miliardi, mentre oggi parliamo di 2000 miliardi. Queste enormi differenze sul punto di partenza avrebbero indotto alla ponderazione della politica economica anche i più sprovveduti.

Il fanatismo di questo Presidente

“E in effetti in campagna elettorale Trump parlava di deregolamentazione e di attrarre investimenti produttivi negli Stati Uniti. Fin qui la normalità di un candidato pro-business. Poi, invece, è partito con il fanatismo ideologico di ribaltare il mondo e la storia. E i mercati hanno lanciato subito il messaggio per gli investitori: “state attenti”. Il dollaro ha sbiadito il suo bel color verde.”

Basta dollaro e basta Trump ma non ancora

La dedollarizzazione di cui da tempo si parla è un obbiettivo geopolitico perseguito dai Brics e con interessi trasversali ad altri mercati internazionali. Ma nella sostanza le alternative al dollaro sono scarse. Lo yuan cinese è ancora visto con diffidenza dagli investitori perché la Cina impone rigidi controlli sui capitali e la loro libertà di movimento. Inoltre, Pechino interviene regolarmente per svalutare la moneta e sostenere le esportazioni. Lo yen giapponese è schiacciato dal peso di un debito pubblico monstre. I paesi nordici sono troppo piccoli. I beni rifugio come oro e criptovalute sono richiesti, ma non sono monete garantite dagli Stati. Insomma, nulla ha il peso e la liquidità del dollaro. Ecco che in questo scenario delle valute, c’è un’opportunità per l’euro che, per esclusione, potrebbe diventare un’opzione alternativa.

E se fosse il diffamato Euro a vincere?

Come? Sul piano finanziario ciò che ha impedito all’euro di proporsi come concorrente del dollaro sono state le ridotte dimensioni del suo mercato obbligazionario. Poche obbligazioni denominate in euro, mercato piccolo e quindi poco liquido. Nelle settimane precedenti, però, gli analisti che tracciano i movimenti delle monete hanno rilevato che parte dello «scarico dei Treasury americani» è andato a finire nei bund tedeschi. La decisione della Germania di rompere il vincolo al debito ha attirato gli investimenti. Per adesso da considerarsi come un parcheggio della liquidità, nell’attesa/speranza di un aumento delle obbligazioni in euro che potrebbe seguire la decisione di fare nuovo debito. Se quel debito in euro fosse rappresentato da Bond Ue, allora l’attrazione internazionale dell’euro potrebbe diventare veramente fatale.

Attrazione fatale

“Le pressioni sul dollaro e le aspettative dei mercati finanziari non fanno che accelerare le decisioni che il pugile Trump dovrà o sarà costretto a prendere. Già in occasione di un funerale, significativo contesto, che lo potrebbe sedere al tavolo con l’Unione Europea.”

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Articolo di Valerio Sale dalla redazione di

24 Aprile 2025