DI ROBERTO SPECIALE
Dalla redazione di REMOCONTRO –
Essere un po’ partigiani oggi è un obbligo. Io lo sono per Genova, la mia amata città d’origine e per ciò che ha rappresentato per me e per la mia famiglia nella sua Lotta di Liberazione. Amo Genova troppo lontana dove ho ancora due figli, un nipotino, ed un amico prezioso. Personaggio politico di un certo rilievo, finito anche lui tra le memorie sempre più logorate dal tempo. Roberto Speciale, ex europarlamentare, ma soprattutto un amico stretto, ed un testimone di ciò che Genova democratica ha rappresentato per l’Italia anche negli anni duri del terrorismo più vicini degli 80 che celebriamo oggi. Ennio Remondino
Il neofascismo che emerge sempre
Per l’attuale governo il 25 aprile è sempre stato e continua ad essere un incubo. Non possono abolirlo e non riescono a riconoscerlo. Non è incomprensibile: Meloni, La Russa, Fazzolari, Mantovano, Foti, sino ai giovani scudieri Bignami e Donzelli facevano o fanno riferimento al MSI di Almirante, al neofascismo in epoca repubblicana. La formazione di alcuni di loro è dentro quell’esperienza.
Fuga dal 25 aprile, poi Papa Francesco
Quando il 25 aprile si avvicina, ed assieme il 9 maggio, e cioè la fine della Seconda guerra mondiale, voluta dal nazismo e dal fascismo che tanti lutti e dolori ha comportato in Italia e nel mondo, entrano in fibrillazione. Prima della scomparsa di Papa Francesco la Presidente del Consiglio si era addirittura organizzata una ‘missione’ in Uzbekistan pur di non rimanere in Italia in quei giorni e dover continuare a non rispondere se si considera o no antifascista.
La morte del Papa usata
Ora la morte del Papa, che tanta emozione ed eco ha avuto in Italia e nel mondo, ha offerto strumentalmente un’occasione per cercare di oscurare il 25 aprile. Per essere chiari: Papa Bergoglio merita tutto e di più per le sue caratteristiche umane, per il suo magistero spirituale e le sue parole sui grandi drammi del mondo. Parole forti e quasi sempre condivisibili, e comunque, sempre degne di rispetto.
Lutto protratto e “sobrietà”
L’idea però, inedita, di proclamare cinque giorni di lutto nazionale da parte del Governo (dal 21 al 25 aprile) mentre nel passato, per altri pontefici, non si erano mai superati i tre giorni è stata scelta per stendere una coltre proprio sulla data della Liberazione. Anche la raccomandazione, inappropriata e offensiva di rispettare una certa sobrietà nelle manifestazioni del 25 aprile la dice lunga. Altrettanto si è detto, per esempio, sulle partite di calcio che sono state giocate il 23 aprile? No, naturalmente.
Mattarella a Genova
Un occhio per quella decisione lo hanno riservato anche al Presidente della Repubblica e a Genova. Il Presidente Mattarella, infatti, aveva programmato di restare tutto il giorno dell’’80.° della Liberazione a Genova anche per valorizzare quel modello di insurrezione e di liberazione con la resa dei nazisti nelle mani di un operaio, del capo dei partigiani. Genova è stata esempio di determinazione e di capacità, di ampio sostegno della popolazione e di tutte le formazioni politiche della Resistenza.
Resistenza e la città che si è liberata
Ora il Presidente ha dovuto ridimensionare drasticamente la sua presenza a Genova e la sottolineatura di questo evento. Non guasta, per i loro calcoli, anche perché ricordare a Genova, dove si vota per il Comune alla fine di maggio, la storia e il carattere di questa città, laica, repubblicana, antifascista, è doveroso ma è, per loro, imbarazzante.
Antifascismo del giugno ‘60
La città è stata una delle principali protagoniste del Risorgimento italiano, come è noto, della Resistenza come già si è detto, del giugno ’60 quando il fascismo ha tentato di rialzare la testa con il governo Tambroni e della lotta contro il terrorismo. Anzi, in questo caso, forse è stata decisiva per sconfiggerlo per l’impegno del Sindacato, degli operai e dei partiti democratici e per il sacrificio incomparabile del comunista, operaio e sindacalista Guido Rossa.
Pertini e Terracini
Qui Pertini e Terracini erano di casa e hanno avuto un ruolo fondamentale dopo essere stati privati della libertà nelle carceri fasciste e per un certo periodo confinati a Ventotene con Spinelli, Rossi, Colorni e altri 800 antifascisti (ricorda niente questo richiamo?). Sandro Pertini fu poi, come si sa, Presidente della Repubblica e Terracini firmò a nome della Costituente la nostra Carta costituzionale. Questa storia e questo sentimento diffuso non può essere offuscato e lo vedremo domani a Genova. È una città che non si fa intimidire e non si fa innervosire, proprio perché è una città forte.
Gli amici di questo governo lo qualificano
Gli ‘amici veri’ di questo governo, diciamolo francamente, non ci piacciono per niente. Rappresentano la nuova estrema destra mondiale (Trump, Musk, Milei, Bannon, ecc.) e sono capaci solo, nella peggiore tradizione, di creare caos economico, politico, e dilatare le guerre in corso, rafforzando Putin e Netanyahu. Non dimentichiamo che il Presidente argentino che ora corre ai funerali di Papa Francesco, aveva dichiarato, non molto tempo fa, che il Papa era il rappresentante del Maligno nella chiesa cattolica e che con Trump e la sua esibizione di migranti incatenati l’episcopato degli Stati Uniti e il Papa avevano aperto una polemica molto dura.
Basta “amichettismo” ruffiano
“Non dicano per favore di essere stati ‘amici’ di Papa Francesco, non solo perché nei suoi confronti ci vuole soprattutto rispetto e non amichettismo, ma anche perché non è possibile e con tutta probabilità non è vero.”
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Articolo di Roberto Speciale dalla redazione di
25 Aprile 2025