DI PIERLUIGI FERDINANDO PENNATI
Un soggetto tossico ai vertici dell’UE
Ignorato dai nostri media, ma non da quelli esteri, la rivista di informazione svizzera Die Weltwoche ha sostenuto che la presidenza di Ursula von Der Leyen in UE sarebbe così “tossica” da rendere necessario il suo allontanamento.
Così il giornale:
Femminilità tossica ai vertici dell’UE: Ursula von der Leyen diventa un peso. I diplomatici chiedono la sua partenza
Philipp Gut – 26 aprile 2025
.
La politica dell’UE è chiaramente in crisi. A Occidente, la disputa commerciale con gli Stati Uniti, a Oriente, il conflitto in Ucraina e un’intensificarsi della disputa con la Russia (anche le sanzioni sono una forma di guerra commerciale), oltre a un continuo, non proprio esaltante, scontro con l’Impero di Mezzo.
Internamente: disunione, divisione, continue vessazioni nei confronti di uno Stato membro come l’Ungheria, che insiste sulla propria sovranità e sui propri diritti democratici di partecipazione.
Una Giorgia Meloni che si stacca dallo schieramento anti-Trump e flirta con il presidente americano. Problemi anche con la testarda Svizzera.
Come si dice, il pesce puzza dalla testa. Il capo dell’UE è impersonato dalla presidente della Commissione von der Leyen.
Un esempio attuale: quando Trump dice “accordo”, lei dice “nessun accordo”. L’UE si sta isolando dal processo di pace per l’Ucraina.
Naturalmente, la vicenda ha una storia che non depone a favore delle capacità diplomatiche di von der Leyen o della sua statura da statista. Ha interferito nella campagna elettorale statunitense e si è schierata risolutamente con Biden. Un’azione da evitare, con conseguenze.
Anche dal punto di vista economico la situazione non sembra particolarmente rosea e l’atteggiamento responsabile nei confronti di Trump non è certamente di alcuna utilità nella controversia commerciale. A ciò si aggiungono le tendenze verso uno stato di super-sorveglianza e le persistenti difficoltà con la democrazia. I diplomatici dell’UE minacciano apertamente di privare l’Ungheria del diritto di voto.
Indimenticabili sono anche le loro manovre legate al Coronavirus, i messaggi segreti e il rifiuto di garantire la trasparenza sugli accordi segreti.
In breve, l’UE versa in condizioni deplorevolmente pessime. In qualsiasi stato normale, la domanda sarebbe se la leadership sia ancora quella giusta.
Ma l’UE non è uno Stato, e tanto meno uno Stato normale. Tuttavia, negli ambienti diplomatici si dice che gli alti funzionari dell’UE ritengano sempre più che von der Leyen una persona tossica.
Le dimissioni potrebbero sbloccare molte cose.
Un cambio al vertice darebbe almeno alla politica europea la possibilità di diventare di nuovo più diversificata e aperta, sia verso l’Occidente che verso l’Oriente.
Un pensiero interessante.
.
Pierluigi Ferdinando Pennati