BABY

DI ANGELA AMENDOLA

Nel 2013 una vicenda sconvolse gli italiani.

Quella delle baby squillo dei Parioli, dove le protagoniste erano due 15enni, cadute nel giro di prostituzione minorile, della Roma bene. Tra i loro clienti furono scoperti tanti uomini d’affari e politici.

Gli appuntamenti avvenivano in una casa dei Parioli messa a disposizione da un caporal maggiore dell’esercito. All’inizio per le ragazzine si trattava di incontri sporadici che avvenivano in auto, poi il giro aveva iniziato ad allargarsi.

500 i clienti individuati dalle indagini. Diversi erano gli indagati illustri. La vicenda è tornata alla ribalta perché Netflix sta rimandando la serie tv, che ha riportato alla memoria dell’opinione pubblica, la vicenda dei quartieri alti romani. Chi è nato negli anni ’90 si è trovato, almeno una volta, a inveire o a difendere Federico Moccia. Per quanto i suoi prodotti possano essere detestati, va riconosciuto a questo autore di avere uno stile ben riconoscibile.

Amore 14, Scusa ma ti chiamo amore, Tre metri sopra il cielo e tutti gli altri libri e film, avevano in comune una storia d’amore molto semplice: ragazza della Roma bene che frequenta un istituto molto-rigido e che si innamora di un ragazzo agli antipodi. Che il “ribelle” sia interpretato da Riccardo Mandolini ( in Baby) o da Riccardo Scamarcio ( Tre metri sopra il cielo) cambia poco. Nella serie Baby si ripresentano in fila tutti gli stereotipi di Moccia: i ricchi sono cattivi e insopportabili, i genitori non comprendono i figli, i ragazzi ribelli che girano in giacca di pelle sono invece irresistibili. Dai tempi di Moccia non è cambiato nulla.

Ma devo dire la verità, Baby lo sto seguendo su Netflix molto volentieri…

La storia, ruota attorno a tre personaggi principali e cerca di raccontare la vita degli adolescenti dei Parioli e del mondo che ruota attorno a loro. Che siano ricchi o meno, gli adolescenti sono uniti da diverse problematiche, dalle insicurezze al bullismo fino all’influenza dei problemi familiari, come la separazione dei genitori.

Gli smartphone rimangono l’essenza della comunicazione mentre i genitori sono creature inesistenti. Presi dai loro impegni e dai loro ego, ignorano le vite segrete dei loro figli, che escono di casa a qualsiasi ora, spacciano cocaina, frequentano gente poco raccomandabile. Anzi, li favoriscono, regalando loro le famose “macchinette” per farsi perdonare. Ma della prostituzione minorile in Italia, si sa troppo poco.

È un fenomeno sommerso molto diffuso che ogni tanto diventa argomento di dibattito. Poco si sa della vita di queste ragazzine. Spesso si punta l’attenzione soltanto su di loro, che vengono colpevolizzate, mentre si parla poco dei clienti.

Tutti con famiglia e di un certo ceto sociale.