DI LUCA BAGATIN
Dopo uno spoglio delle schede lungo e difficile, la commissione elettorale del Perù ha decretato vincitore il candidato socialista populista Pedro Castillo, che, con il 50,2% (8.791.778 voti) batte la liberal-conservatrice Keiko Fujimori, ferma al 49,8% (8.720.337).
Quest’ultima, non soddisfatta di essersi vista sottrarre la vittoria per 71.441 voti, ha chiesto l’annullamento dei voti in 802 seggi elettorali, pari a circa 200.000 voti.
La Fujimori, figlia dell’ex dittatore Alberto Fujimori, aveva conquistato al primo turno il 13% dei consensi e, sia lei che il padre, sono stati più volte accusati e condannati per reati di corruzione.
Castillo, maestro elementare, forte della sua vittoria e sostenuto dal partito Perù Libre, di orientamento socialista, populista di sinistra e marxista, ha ricevuto le congratulazioni dall’ex Presidente della Bolivia Evo Morales, suo grande sostenitore della prima ora.
Castillo, al primo turno, aveva ottenuto il 19% dei voti e intende da subito avviare l’iter per un’Assemblea Costituente che rediga una nuova Costituzione democratica. Oltre a ciò, ha elaborato un piano anticorruzione, maggiore intervento pubblico in economia, il rafforzamento del sistema sanitario pubblico e gratuito e forti politiche in favore dell’ambiente e della lotta al precariato e allo sfruttamento lavorativo.
Castillo, al secondo turno, aveva ottenuto anche l’appoggio di Veronika Mendoza, candidata alla presidenza per il partito di sinistra e centrosinistra patriottici Uniti per il Perù.
Obiettivo della nuova amministrazione Carrillo, quella di fare uscire il Paese dalla corruzione, da ogni forma di dittatura, discriminazione e garantire diritti a tutti e per tutti.
Se la Fujimori non gli metterà i bastoni fra le ruote, potrà farcela.
Luca Bagatin