DI LUCA BAGATIN
Kenneth Kaunda, conosciuto anche come KK, fu un eroe panafricano in lotta contro il colonialismo britannico.
Spentosi il 17 giugno scorso, a 97 anni, fu Presidente dello Zambia per 27 anni, dopo averlo liberato dal colonialismo e averlo emancipato socialmente e economicamente.
Nato nel 1924, si avvicinò alla politica nel 1951, entrando a far parte del Congresso Nazionale Africano della Rhodesia del Nord, movimento politico in lotta contro il suprematismo bianco britannico e in favore dell’indipendenza del Paese.
Per questo suo attivismo finì, nel 1955, in carcere, condannato, con i suoi compagni, ai lavori forzati.
Nel 1961, Kaunda, lanciò una campagna di disobbedienza civile contro le autorità e, l’anno successivo, si presentò alle elezioni come candidato del Partito Unito dell’Indipendenza Nazionale (UNIP). Partito che, con il Congresso Nazionale Africano, riuscirà a formare un governo di coalizione, giungendo, nel 1964, a decretare lo scioglimento della federazione di Rhodesia e Nyasaland e portendo il Paese a divenire Zambia indipendente che elesse, come primo Presidente, proprio Kenneth Kaunda.
Le sue idee saranno improntate a quello che viene definito socialismo africano, ovvero al rifiuto del sistema capitalistico dei colonizzatori europei e ad un recupero dei valori tradizionali africani, quali il senso di comunità, della famiglia e la dignità del lavoro agricolo. Ovvero un socialismo che riaffermava l’identità africana e le sue tradizioni.
Kaunda ribattezzò tale socialismo “umanesimo zambiano” e univa idee sia del socialismo sovietico che valori arcaici della cultura africana, fondati sull’aiuto reciproco e sulla fiducia nei confronti dei componenti della comunità.
Tale visione socio-economica portò lo Zambia a sviluppare rapidamente le sue infrastrutture e l’industria e a nazionalizzare le risorse naturali del Paese, restituendo ai cittadini la proprietà delle miniere di rame e di molte altre proprietà, finalmente sottratte ai colonizzatori.
Le politiche sociali di Kaunda portarono a sviluppare un forte sistema scolastico pubblico e gratuito; furono garantite borse di studio ai più meritevoli e fondati diversi istituti universitari.
Kaunda fu, dunque, al pari di Thomas Sankara, Kwame Nkrumah, Ahmed Sékou Touré, Mu’Ammar Gheddafi, Nelson Mandela (di cui fu sostenitore) e molti altri socialisti africani, un grande leader panafricano e per l’emancipazione dell’Africa, pur fra i mille ostacoli dovuti alle interferenze dei Paesi ex coloniali europei e degli USA. I quali, ancora oggi, in Africa e non solo, fanno il bello e il cattivo tempo…fingendo di esportare “democrazia e libertà”.
Kaunda fu anche un solido sostenitore del Movimento dei Non Allineati e fu legato ad una profonda amicizia con il Presidente socialista jugoslavo Tito Broz, peraltro già grande amico di Gheddafi e di tutti i Paesi del Terzo Mondo socialisti, laici e non allineati.
Fu peraltro amico personale dei leader cinesi Mao Zedong, Zhou Enlai e Deng Xiaoping e sulla Cina, grande partner commerciale dello Zambia, ebbe a dire: “La Cina ci ha aiutato a lottare per la nostra indipendenza. La Cina ha aiutato molti altri paesi in Africa a ottenere la loro indipendenza. Ora stanno lavorando con noi per aiutarci a sviluppare le nostre economie. È quello che sta facendo la Cina, aiutandoci, come amici, autentici amici”.
Negli Anni ’80, Kaunda, fu vicino, oltre che al Presidente socialista cubano Fidel Castro, anche al Presidente iracheno bah’atista (socialista) Saddam Hussein, impropriamente definito, dai neocolonialisti, un “dittatore”.
Kenneth Kaunda, che diede le dimissioni da Presidente nel 1991, è tutt’ora molto ricordato in Zambia e la sua scomparsa ha intristito molto il Paese e il suo attuale Presidente Edgar Lungu (esponente del socialdemocratico Fronte Patriottico), il quale lo ha a lungo ricordato su Facebook.
Luca Bagatin