DI LUCA BAGATIN
Jair Bolsonaro, Presidente del Brasile, non gode più di alcuna popolarità nel suo Paese.
Con infezioni da Covid 19 che viaggiano fra le 80.000 e le 100.000 persone al giorno e 500.000 morti, numeri totalmente sottovalutati dal governo Bolsonaro e con una economia di stampo liberale che ha favorito unicamente le classi agiate e penalizzato le altre, la piazza esplode al grido: “Fora Bolsonaro!” (Fuori Bolsonaro!).
Mobilitazioni in almeno 300 città brasiliane si sono tenute nella giornata di sabato 19 aprile per chiedere le immediate dimissioni del Presidente, il quale, in questi anni, ha praticamente permesso totale “libertà di contagio” e affamato i più poveri.
Ad oggi, peraltro, solamente l’11% della popolazione brasiliana ha ricevuto la sua dose di vaccino.
Bolsonaro è accusato dall’ex Presidente socialista Lula di genocidio e, in Parlamento, è stato da tempo chiesto il suo impeachment.
Lula ha ricordato come il Paese fosse stato, in passato, “un riferimento mondiale nella vaccinazione” ed ha espresso la sua solidarietà al popolo brasiliano.
Lula – candidato del socialista Partito dei Lavoratori – è il favorito alle presidenziali del 2022, con il 38% dei voti, mentre Bolsonaro è crollato dal 46% del 2018 al 33% attuale. Gli stessi sondaggi danno vincente, ad un eventuale ballottaggio, Lula con il 56%.
Luca Bagatin