TORNA IL PUBBLICO NEGLI STADI, E NON SOLO QUELLO

DI VINCENZO G. PALIOTTI

Stadi riaperti parzialmente al pubblico ma, insieme a questo, è tornato il razzismo, la maleducazione, il malcostume.

Non se ne sentiva a mancanza, anzi il divieto di accesso agli spalti ci aveva fatto dimenticare le tante, ahinoi, manifestazioni di personaggi squallidi che riempivano, e sono tornati a farlo, gli spalti non per tifare, non per godersi uno spettacolo ma solo per sfogare la loro indole selvaggia e incivile.

Si è cominciato domenica scorsa allo Stadium di Torino, cori razzisti contro il portiere del Milan fin dal momento del riscaldamento. Ieri sera poi, nella civilissima Udine i “soliti noti” si sono scagliati contro il tecnico del Napoli, al suo ingresso in campo, con invettive piuttosto pesanti.

Poi mano a mano che il risultato della partita cresceva a favore del Napoli, aumentava la rabbia che, gli imbecilli,  non indirizzavano più solo sul tecnico degli azzurri Luciano Spalletti, che ha la “colpa” di essere stato in passato sulla panchina della squadra friulana, ma anche ed immancabilmente verso la squadra, la città di Napoli e i napoletani, con le solite stupide ed incivili invocazioni di morte, del Vesuvio ed altro.

Il Napoli è tornato ai livelli del recente e brillante passato, qualcuno scrive, e insieme a quello è tornato tutto il resto aggiungiamo noi, ovvero la cornice che ormai da anni accompagna le trasferte della squadra partenopea, con la solita solfa del “vittimismo meridionale”. 

A difesa i soliti commenti con convincono sempre meno: “sono pochi imbecilli”, ma i cori erano forti e distintamente udibili, sarà stata forse la pandemia a farli aumentare di numero. E gli stadi sono aperti parzialmente, figuriamoci quando torneranno alla capienza normale.

E’ doveroso attendersi un fermo ed esemplare intervento della Lega Calcio, al momento in silenzio assordante.