DI EMILIANO RUBBI
Giorgia Meloni fa un video per dire che l’inchiesta di Fanpage è uscita a ridosso delle elezioni per boicottare il suo partito.
Poi ribadisce che vuole vedere tutto il girato, sennò l’inchiesta non vale.
E io, vi giuro, non capisco.
Cioè: facciamo finta che sia tutto vero quello che dice lei, facciamo finta che si tratti di una losca manovra per affossare Fratelli d’Italia.
Facciamo finta che nelle restanti 100 ore di girato ci siano molte cose che “non ci vogliono mostrare”.
In quel video si vedono Fidanza, il numero tre del suo partito, un noto neofascista e una sua candidata alle elezioni comunali milanesi che:
– Si circondano di gente che si autoproclama “fascista” e ha evidenti simpatie per il nazismo.
– Scherzano su neri (bisognerebbe metterli su una barca e poi far esplodere una bomba), ebrei, meridionali e giornalisti minacciati dai neonazisti.
– Si producono in saluti romani come se piovesse.
– Propongono (Fidanza) finanziamenti in nero per la campagna elettorale della candidata a Milano.
Queste sono tutte cose che sono su video.
Riprese.
Non sto parlando di eventuali responsabilità penali, quelle non mi interessano e le lascio ai giudici, sto parlando di quello che si vede nel video.
Ora, o Giorgia Meloni pensa che i suoi compagni di partito siano stati COSTRETTI contro la loro volontà a dire e fare quelle cose, altrimenti deve risponderne.
Non c’entra niente la data in cui viene resa pubblica l’inchiesta, qui si parla di quello che si è visto e che è chiarissimo per tutti.
Rispondi di quello, #giorgiadonnamammacristiana.
Prenditi le tue responsabilità.
Poi, se vuoi, parliamo di tempistiche.
A Roma, quando qualcuno cerca maldestramente di spostare l’attenzione da qualcosa nell’estremo tentativo di difendersi, si dice che “la butta in caciara”.
Ecco, Giorgia, tu oggi la stai chiaramente buttando in caciara.
E si vede, credimi.