DI MAURO COLTORTI
Ieri a Piazza Pulita su La7 è stata trasmessa la seconda parte dell’inchiesta di Fanpage sui fondi neri, che più neri non si può, a Fratelli d’Italia e… sì, guarda un po’, alla Lega di Matteo Salvini.
Le immagini riprese con una telecamera nascosta dall’inviato/infiltrato della testata giornalistica, mostrano la consegna di un trolley che sarebbe dovuto essere pieno di soldi, e invece conteneva libri sul fascismo e una copia della Costituzione.
Da lontano, il “barone nero”, Roberto Jonghi Lavarini, il camerata, esponente storico della destra estrema milanese, sorveglia la consegna a distanza. E’ convinto che dentro ci siano i soldi che il fantomatico uomo d’affari, il giornalista infiltrato, gli ha promesso per sovvenzionare in nero la campagna elettorale alle ultime amministrative di Milano non solo di personaggi di Fratelli d’Italia ma, si scopre ora, anche della Lega.
Infatti, oltre all’eurodeputato di FDI Fidanza, ora vengono tirati in ballo anche due eurodeputati leghisti: Angelo Ciocca, nel 2019 il più votato dopo Salvini, che incontra il falso intermediario in un ristorante senza insegne della ‘ndrangheta e poi nello studio della vicepresidente del Consiglio regionale lombardo, Francesca Brianza, e Silvia Sardone, un tutt’uno con il movimento di estrema destra Lealtà e Azione che a Milano ha politicizzato gli ultrà. “Sono tutti nazisti nelle segreterie” gongola Jonghi Lavarini.
Se uno scandalo di queste proporzioni non decreterà la fine dei partiti sovranisti, non so cosa altro potrebbe svegliare le coscienze delle persone.
Intanto la procura di Milano ha aperto un’inchiesta per violazione della legge sul finanziamento illecito ai partiti e riciclaggio in cui, al momento, risultano indagati lo stesso Jonghi Lavarini e l’eurodeputato di FDI Carlo Fidanza.