TAMARA DE LEMPICKA E LA DONNA CHE TESTIMONIO’

DI LIDANO GRASSUCCI

“in mezzo a questo via vai
che c’è una femmina in Buenos Aires
con gli occhi che fan moneta
e con l’anima sta inquieta
e più lontana che può
è un desiderio qui in casa mia
tutto bagnato dal dolore
e dopo centomila ore
non c’è un minuto di più”

Ivano Fossati, l’angelo e la pazienza

Si “distende” in una città che si “innalza”. Due moti, quello di lei per l’eleganza e quello della città verso il cielo che si “partono” ma non hanno idea di dove andare. La ragione della città industriale, la femminilità delle donne che “prevedono il passato” nell’unico modo che sanno per far nascere il futuro.

E’ una donna esile, lunga, una donna che si fa consapevole di se stessa in un mondo di ragioni lei sente sulla pelle le emozioni. Pensa, come pensa, alle contraddizione dell’amare davanti alla novella della verità di vetro e cemento. Materia viva lei fatta di muscoli, sangue, ossa e sentimenti.

Tamara de Lempicka non dipinge una donna affresca la sua personalissima emozione che è donna all’infinito. Non veste la veste lieve di seta ma la fa nuda in un corpo che è irrazionale armonia. La città è linee, lei è curve. La città si ripete nei sui angoli perfetti, lei si femmine nel fascino della sua irripetibilità.

Pensa, pensa ad un amore, ad un dolore, pensa ad un principe come quando era bambina ma il principe ora è una idea che allora non aveva.

Poteva essere statua greca, bellezza romana, è donna umana che si “perplessa” del suo amore che sicuro incontra in angoli razionali di disumane città.

Tamara de Lempicka dipinge una dea quotidiana, dipinge una ereti. Spiega, con il pennello, perché i preti di ogni ordine e grato, i troppo sicuri, i vili temono il femminile.

La paura della bellezza, un uomo guarda una donna che conosce la sua unicità e la passione la sente, vivente, come una Venere, come Venere. O un angelo, ecco ha dipinto un angelo in una città fatta dalla ragione dei demoni, fatta senza umanità, le ha dato femminilità.

Lei è, semplicemente, bella

La foto: Affresco ispirato all’opera Portrait de madame Allan Bott – Tamara de Lempicka

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