DI PIERLUIGI FERDINANDO PENNATI
Paolo Pietrangeli è mancato, moltissimi non sanno chi fosse, ma molti di più hanno cantato la canzone che ci ha lasciato in eredità: Contessa, scritta in tre notti nel 1966 durante l’occupazione della Sapienza e diventata in breve tempo il canto simbolo delle lotte operaie e dei movimenti studenteschi nell’Italia del 1968.
In quegli anni non c’era la legge 300, quello “Statuto dei lavoratori” che sarà approvato solo quattro anni dopo, il 20 maggio 1970, contenente, tra gli altri quell'”Articolo 18″ di cui tanto si è parlato negli ultimi anni.
In quegli anni si poteva licenziare liberamente e non vi erano grandi tutele, quindi per ottenere l’articolo 18, ovvero impedire almeno i licenziamenti senza giusta e grave causa (normalmente solo per crisi e/o chiusura dell’impresa) e le altre tutele delle legge 300/70, come il divieto di sorveglianza e la libertà sindacale, si occupavano le fabbriche e si facevano cortei cantando Contessa a squarciagola, poi, ottenuta la legge si cantava Contessa in corteo come simbolo di vittoria e giustizia sociale.
Oggi le tutele degli anni ’70 ed ’80 sono svanite quasi del tutto, complici prima di tutto la scelta di passare dalla lotta alla concertazione dei sindacati storici che dai primi anni ’90 ha smantellato la restistenza dei lavoratori nelle piazze, ormai appannaggio dei soli sindacati autonomi, restituendo così ai tavoli gran parte dei diritti conquistati nel ’68 italiano, poi una giurisprudenza ormai del tutto sbilanciata dalla parte dei padroni, al punto che tra le giuste cause di licenziamento c’è anche il solo aumentare il profitto, ed infine il legislatore che modificando legge 300/70, in particolare proprio l’Articolo 18 ma non solo, ha contribuito a generare un sistema di ricatto, sfruttamento e precarietà quasi senza precedenti, a meno di non scavare nella storia della rivoluzione industriale ottocentesca.
Paolo Pietrangeli è mancato oggi ed al di là di tutto il resto ci ha lasciato in eredità una canzone che a distanza di 55 anni è di una attualità allarmante, siamo tornati indietro o non siamo mai andati avanti?
Oggi come allora si occupano le fabbriche contro i licenziamenti, oggi come allora dovremmo cantare Contessa a squarciagola.
Contessa di Paolo Pietrangeli:
Che roba contessa, all’industria di Aldo
Han fatto uno sciopero quei quattro ignoranti
Volevano avere i salari aumentati
Gridavano, pensi, di esser sfruttati
E quando è arrivata la polizia
Quei pazzi straccioni han gridato più forte
Di sangue han sporcato il cortile e le porte
Chissa quanto tempo ci vorrà per pulire
Compagni, dai campi e dalle officine
Prendete la falce, portate il martello
Scendete giù in piazza, picchiate con quello
Scendete giù in piazza, affossate il sistema
Voi gente per bene che pace cercate
La pace per far quello che voi volete
Ma se questo è il prezzo vogliamo la guerra
Vogliamo vedervi finir sotto terra
Ma se questo è il prezzo lo abbiamo pagato
Nessuno piu al mondo dev’essere sfruttato
Sapesse, mia cara che cosa mi ha detto
Un caro parente, dell’occupazione
Che quella gentaglia rinchiusa lì dentro
Di libero amore facea professione
Del resto, mia cara, di che si stupisce?
Anche l’operaio vuole il figlio dottore
E pensi che ambiente che può venir fuori
Non c’è più morale, contessa
Se il vento fischiava ora fischia più forte
Le idee di rivolta non sono mai morte
Se c’è chi lo afferma non state a sentire
E’ uno che vuole soltanto tradire
Se c’è chi lo afferma sputategli addosso
La bandiera rossa ha gettato in un fosso
Voi gente per bene che pace cercate
La pace per far quello che voi volete
Ma se questo è il prezzo vogliamo la guerra
Vogliamo vedervi finir sotto terra
Ma se questo è il prezzo lo abbiamo pagato
Nessuno piu al mondo dev’essere sfruttato
Ma se questo è il prezzo lo abbiamo pagato
Nessuno piu al mondo dev’essere sfruttato