DI SEBASTIANO ARDITA
Il canale di gronda, l’opera pubblica che, se completata, ci avrebbe messo al riparo da questo disastro, si è arenato.
Ma la colpa forse non è da ricercare in Sicilia, o non solo. L’opera era stata progettata e finanziata ed era pronta per essere appaltata, ma una legge del 2016 ha imposto altri adempimenti (che ci fosse un progetto esecutivo, non solo definitivo).
Mancavano i fondi per il nuovo progetto e si è dovuto richiederli al Governo nazionale che ha risposto in ritardo, dopo due anni dalla richiesta. Nel frattempo i poteri sono stati trasferiti per legge ad un commissario regionale.
Non sappiamo a che punto sta il progetto e se è mai stato bandito l’appalto. Sappiamo che 5 anni fa tutto era pronto per realizzare in due anni un’opera già finanziata e che invece ancora non c’è nulla. (https://www.comune.catania.it/inf…/cstampa/default.aspx… )
Dopo di allora il buio. Cosa è successo?
Il dovere di cittadinanza si esercita informandosi e rivolgendo le giuste critiche a chi è responsabile di qualcosa, non cercando l’occasione per criticare le istituzioni senza sapere. Questo lasciamolo a chi fa lotte di parte. Rimaniamo attenti, informati, critici con chi amministra, ma sempre dalla parte della verità.
E soprattutto adesso sforziamoci di essere, tra noi catanesi, uniti nell’emergenza che non è ancora finita e nel desiderio di ricostruire. Al momento opportuno capaci di rivolgere in modo autorevole le critiche a chi sul piano nazionale ha mortificato la nostra sicurezza, mettendo a rischio le nostre vite e la nostra città; o sul piano locale ci ha dormito sopra.
Ma manteniamoci lucidi, informati, decisi e solidali tra chi vuole il bene della città, che è l’unico modo per uscire dalla crisi di disattenzione da parte delle autorità centrali che ci sta portando al disastro.