CILE. CON GABRIEL BORIC PIU’ VICINA UN’INTEGRAZIONE LATINOAMERICANA SOCIALISTA

DI LUCA BAGATIN

Una vittoria elettorale al ballottaggio, quella di Gabriel Boric, che sbarra la strada ad un nuovo totalitarismo liberale stile Pinochet, in Cile.

Con il 56%, ottenuto al ballottaggio per le presidenziali cilene, tenutosi il 19 dicembre scorso, Gabriel Boric, 35 anni, avvocato e leader delle proteste studentesche contro il governo liberale, dal 2011 al 2013, è il nuovo Presidente del Cile.

Boric è stato sostenuto dalla coalizione Apruebo Dignidad, costituita da socialisti, comunisti, ecologisti, sinistra cristiana e socialisti libertari.

Sconfitto con il 44%, il rivale José Antonio Kast, rappresentante dell’estrema destra religiosa e liberal-capitalista, che al primo turno era in vantaggio con il 27,9%.

L’affluenza è stata da record, per il Cile, superando il 50%. Ciò sembra significare che, il timore che la destra liberal-capitalista in salsa pinocchettista, potesse tornare al governo, ha portato a votare per Boric coloro i quali avevano espresso – al primo turno – un voto per i candidati di centrodestra, piuttosto che coloro i quali avevano sostenuto partiti di centrosinistra, oppure il marxista-leninista patriottico Eduard Artes.

Il sindaco comunista del distretto di Racoleta a Santiago del Cile, Daniel Jadue, rivale di Boric alle primarie di coalizione, ha dichiarato: “Con questa vittoria consideriamo chiuso il capitolo della dittatura di Augusto Pinochet”.

Il neoletto Presidente Boric ha promesso di giudare il Paese da “Presidente di tutti i cileni”.

Messaggi di congratulazioni al Presidente Boric sono giunti dai Presidenti socialisti di Cuba (Miguel Diaz-Canel); Venezuela (Nicolas Maduro); Argentina (Alberto Fernandez) e Bolivia (Luis Arce), oltre che dagli ex Presidenti della Bolivia, Evo Morales; del Brasile, Lula e dell’Ecuador, Rafael Correa.

Con la vittoria di Boric e la probabile vittoria alle prossime Presidenziali del Brasile di Lula, una nuova integrazione latinoamericana, nel segno del socialismo, sembra essere e ritornare più vicina.

Luca Bagatin

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