DI GIANLUCA CAMPAGNA
Un discorso di 15’, in piedi, quasi a simboleggiare il congedo dal Quirinale. E poi parole griffate di identità, orgoglio, fiducia, unità, prendendo in prestito nel passaggio più emozionale non frasi di Martin Luther King o Gandhi ma di Pietro Carmina, un professore di un paesino dell’Agrigentino, che ha amplificato la bellezza di quest’Italia che si accorge delle sue capacità solo nelle tragedie. Il presidente della Repubblica Mattarella ha così omaggiato un uomo che si è speso nella società, coltivando le nuove generazioni, amplificando quel lascito quando il professore Carmina è andato in pensione: “ragazzi, usate le parole che vi ho insegnato per difendervi e per difendere chi quelle parole non ha. Non siate spettatori ma protagonisti della storia che vivete oggi. Infilatevi dentro, sporcatevi le mani, mordetela la vita, non adattatevi, impegnatevi, non rinunciate mai a perseguire le vostre mete, anche le più ambiziose, caricatevi sulle spalle chi non ce la fa. Vi prego: non siate mai indifferenti, non abbiate paura di rischiare per non sbagliare…”. Un messaggio di straordinaria vitalità che vale per tutti.