FERMIAMO L’INQUINAMENTO CHE UCCIDE IL PIANETA E ARRICCHISCE LE MULTINAZIONALI A DANNO DEL SUD

DI RAFFAELE VESCERA

 

Di importanza fondamentale è la riduzione dell’inquinamento, altresì causato dal liberismo selvaggio, con la complicità dei governi che finanzia tuttora, con i soldi dei cittadini, la ricerca dei combustibili fossili, così garantendo profitti miliardari alle compagnie multinazionali, responsabili della devastazione del pianeta e del cambiamento climatico.
“Viviamo in un mondo in cui una ristrettissima élite sembra avere il permesso di inquinare senza limiti, alimentando condizioni ed eventi metereologici sempre più estremi e imprevedibili”, un singolo volo spaziale per i super-ricchi, come il Blue Origin di Jeff Bezos o lo Space X di Elon Musk, produce più emissioni di quante prodotte dal miliardo di persone più povere del pianeta in un anno“. Ha detto Nafkote Dabi, portavoce di Oxfam alla Cop26.
In Italia, esempio eclatante di questa politica sciagurata che, mettendo a rischio la sopravvivenza del pianeta, impoverisce e intossica i residenti, distruggendo la salubrità dei terreni, è la nostra Basilicata, che pur detenendo i giacimenti di petrolio più grandi d’Europa, è tra le regioni più povere d’Italia. Va fermata la diffusione incontrollata dei tanti pozzi petroliferi, poi usati come discariche ove riversare gli scarti tossici di estrazione, non trattati secondo le norme antinquinamento. Rifiuti petroliferi che, oltre ad inquinare i terreni coltivabili e i pascoli, rendono tossica l’acqua potabile dei bacini lucani destinati a dissetare milioni di abitanti della vicina Puglia. Il tutto, con la complicità delle autorità politiche locali e degli organi di controllo preposti, grazie all’alto potere di “persuasione” delle miliardarie compagnie petrolifere.
Il Mezzogiorno, pur producendo il doppio dell’energia necessaria al suo territorio, grazie all’alta produzione di energia rinnovabile, che esporta gran parte verso le regioni del Nord senza alcun profitto, è usato dallo Stato quale terra dove concentrare il peggio delle emissioni fossili.
Altre gravi devastazioni ambientali sono riscontrabili in molte aree meridionali ove agiscono da decenni industrie nazionali, funzionanti con combustibili fossili quale il carbone, ad altissimo tasso di inquinamento ambientale. Valga per tutte l’acciaieria di Taranto, ex Ilva, che produce da decenni infiniti lutti per malattie cancerogene provocate dalle emissioni. L’insediamento delle fabbriche della morte, distruggendo l’ambiente circostante, impedisce le attività agricole e turistiche, pur nei luoghi di straordinaria bellezza paesaggistica. Il saldo tra i posti di lavoro indotti e quelli distrutti è fortemente negativo per i territori. Il Mezzogiorno necessita di industrie compatibili con la sua vocazione di terra della bellezza e del buon vivere.
Ultima ma non ultima è l’apertura all’utilizzo di nuove centrali nucleari del ministro per la transizione ecologica, altrimenti detto “per il tradimento ecologico”, Cingolani, altrimenti detto “CingolEni”. Un assurdo ritorno al pericolosissimo nucleare, mentre la Francia deve spendere 50 miliardi di euro per rifare le sue obsolete centrali nucleari e la Germania è costretta a chiuderne tre su sei funzionanti. Il tutto senza sapere che fine fanno i rifiuti radioattivi, di solito scaricati nei Paesi più poveri, in Italia senza dubbio spetterebbero al Sud.