DI LUCA BAGATIN
Le bollette rincarano. Non so se la classe media borghese italiana, quella con i soldi, insomma, se ne sia accorta.
Nessuna protesta.
Gli pseudo “comunisti” alla Rizzo non fanno manifestazioni per bloccare tutto. Da loro solo parole.
Anzi, criticano i kazaki (parlando a vanvera di rivoluzioni “colorate”), che hanno messo a ferro e fuoco il Paese proprio per protestare per gli aumenti di prezzo del settore energetico, chiedendo (sin dagli Anni 2000) la nazionalizzazione di tale settore.
In Francia, per anni, i Gilet Gialli – ovvero il popolo, trasversale – hanno manifestato per i diritti sociali e così in Cile, Ecuador, Russia e in tutto il mondo ove vi sono popoli che hanno il coraggio di lottare per la propria dignità e emancipazione sociale.
In Italia, al massimo, si protesta contro i vaccini (che sono un diritto alla salute!), contro le fantomatiche “quarantene” (necessarie a evitare i contagi, peraltro!).
Ma non perché il settore energetico, quello delle telecomunicazioni e i servizi pubblici vengano NAZIONALIZZATI e consegnati nelle mani dei cittadini stessi.
In Italia ci meritiamo davvero un Berlusconi o un Draghi presidente e dei partiti guidati da comici, vallette, ex concorrenti di programmi TV.
Siamo un Paese barzelletta e un popolo barzelletta.
E non da oggi.
Pensiamo solo al fatto che le rivoluzioni risorgimentali le hanno fatte pochissimi eroi, fra i quali quel Giuseppe Garibaldi da tempo ingiustamente vilipeso.
Non so se ve ne siate accorti.
Non ho la possibilità di emigrare dall’Italia, ma, come dico sempre, lo farei subito.
Qui non vi è né eroismo, né onestà intellettuale.
E’ l’Italia consumista descritta da Pasolini e quella provinciale dei film di Checco Zalone.
Pasolini così scriveva, giustamente, degli italiani:
“L’intelligenza non avrà mai peso, mai
nel giudizio di questa pubblica opinione.
Neppure sul sangue dei lager, tu otterrai
da uno dei milioni d’anime della nostra nazione,
un giudizio netto, interamente indignato:
irreale è ogni idea, irreale ogni passione,
di questo popolo ormai dissociato
da secoli, la cui soave saggezza
gli serve a vivere, non l’ha mai liberato.
Mostrare la mia faccia, la mia magrezza –
alzare la mia sola puerile voce –
non ha più senso: la viltà avvezza
a vedere morire nel modo più atroce
gli altri, nella più strana indifferenza.
Io muoio, ed anche questo mi nuoce”
(Pier Paolo Pasolini)
Luca Bagatin