L’INDIGENO E IL NOBEL

DI LUCIANO RAGNO

 

E’ già mercoledì.
Riflessioni di un giornalista che si guarda intorno.
Come Enea con il padre Anchise. Lui, Tawy Zoè, un indigeno di 24 anni, si mette il padre Wohu, 67 anni, paralitico, sulle spalle . Cammina per sei ore. La foresta amazzonica è piena di insidie Arriva in un centro abitato e chiede subito di un medico.
Poi riprende il padre sulle spalle e cammina per sei ore, sempre fra le insidie della foresta amazzonica. E arriva, finalmente, al villaggio . Padre e figlio sono felici.
Tawy aveva portato il padre, molto malato, dal medico per farlo vaccinare con il Covid.
Al vaccino non crede un Premio Nobel. E lo dice in piazza.
Al vaccino crede uno sconosciuto indigeno nello sperduto villeggio della sperduta Amazzonia.
Non è saggezza scientifica.
E’ amore.
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L’immagine è stata scattata dal medico svedese Eril Jennings Simoes nel gennaio del 2021 all’inizio della vaccinazione fra gli indigeni. L’ha diffusa ora come monito . davanti ai comportamenti dei no vax fuori di testa,