DI VINCENZO G. PALIOTTI
“Sono inaccettabili comportamenti, specie quando tenuti da chi riveste importanti incarichi istituzionali, offendono i singoli magistrati e la funzione giudiziaria nel suo complesso, concorrendo ad appannarne ingiustamente l’immagine di assoluta imparzialità, indispensabile alla vita democratica del Paese”.
Sono le parole con le quali l’ANM ha risposto al comunicato di Renzi in risposta al rinvio a giudizio insieme ad altri 10 per l’affaire Open.
La replica di Renzi non si è fatta attendere, il senatore di Italia Viva ha risposto: “quanto sia fragile la contestazione dell’accusa (a suo carico, ndr) e di quanto siano scandalosi i metodi utilizzati dalla procura di Firenze”. Aggiungendo poi “La mia famiglia trattata come dei gangster”.
Il senatore Renzi – si legge nella nota dell’ufficio stampa – ha provveduto a firmare una formale denuncia penale nei confronti dei magistrati Creazzo, Turco, Nastasi. L’atto firmato dal senatore sarà trasmesso alla Procura di Genova, competente sui colleghi fiorentini, per violazione dell’articolo 68 Costituzione, della legge 140/2003 e dell’articolo 323 del Codice penale (fonte “Il Fatto quotidiano” 9/2/2022) accuse che saranno valutate dai magistrati ma è auspicabile che nel farlo si tenga ben presente che: “La legge è uguale per tutti” e questo Renzi lo teme, per cui non credendo all’efficacia della denuncia attacca sul piano personale i PM che hanno firmato il provvedimento, da qui la frase di Renzi: “Io non ho commesso reati, spero che i magistrati fiorentini possano in coscienza dire lo stesso”. Frase che ha provocato la replica dell’ANM che dichiara: “Intollerabile screditare i magistrati sul piano personale solo perché hanno esercitato il loro ruolo”.
E’ chiaro che Renzi cita questi fatti per minare la credibilità dei magistrati, così come si usa fare con i collaboratori di giustizia che vengono attaccati sul piano personale per screditarli e rendere quindi inattendibili le loro deposizioni. Ma è ancora più chiaro che se non fossero stati incaricati i tre attuali sarebbe toccato ad altri magistrati agire perché quanto raccolto, e risultato dalle indagini, non poteva avere un esito diverso dal rinvio a giudizio.
Nessuno condanna Renzi prima del giudizio in aula, la presunzione di innocenza va comunque concessa, lo stesso non ha fatto lui però nel citare degli episodi ai quali ha dato una sentenza e che ha strumentalizzato al solo scopo di screditare chi lo accusa, e anche questa dobbiamo a chi ha aperto un’autostrada in queste faccende arrivando perfino a dire dei magistrati: «Per fare quel lavoro devi essere mentalmente disturbato»