I DUE VOLTI DI UNO SCIENZIATO

DI LUCIANO RAGNO

 

E’ già venerdì.
Riflessioni di un giornalista che si guarda intorno.
I due volti di uno scienziato.
Luc Montagnier ci ha lasciato. La Scienze perde uno dei suoi grandi protagonisti. Lo studioso che, nel buio delle Ricerche, diede la caccia a un virus che stava mettendo in ginocchio il mondo, quello dell’Aids. L’afferrò. Tirammo tutti un sospiro di sollievo.
Il Nobel lo consacrò.
L’ho intervistato tante volte. Mi hanno sempre colpito il suo volto bonario, il suo linguaggio pacato e rassicurante, le sue certezze sulla Scienza. In prima linea , protagonista senza mai mostrarsi superiore.
Alcuni anni fa ho avuto il piacere di vedere il suo nome accanto al mio sulla copertina di un importante libro di due medici di grande valenza, Di Paolo e Sponsilli :
” Omeopatia. Scienza dell’individuo”. Mia la prefazione e di Montagnier l’introduzione.
Un onore.
L’ho visto giorni fa, sotto il peso degli anni, su un palco a Milano. Fra gente che mostrava, lui scienziato, fuori della comunità scientifica. E l’applaudiva paladino dei no vax.
Non era il Montagnier bonario, sereno, rassicurante con il quale ho dialogato ad Amsterdam, Berlino, San Francisco, Parigi. Lui che mi spiegava di aver fiducia nella serietà della Scienza.
L’ho visto triste. E fragile. Fra gente esagitata. Fra gente che non sa e crede di sapere più di chi sa. E lo vuole imporre a chi sa.
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Immagine :Luc Montagnier