DI MAIO A KIEV E A MOSCA: “LABBRA ROSSE E COCA COLA”

DI MARISA CLARA CELESTE CORAZZOL

 

Domanda non tanto retorica: perché a Kiev non è andato Mario Draghi che, invece, vola a Parigi per un incontro trilaterale con Emanuel Macron, Olaf Sholz ed in videoconferenza con Biden?
Perché si manda a Kiev ed a Mosca il ministro degli esteri Di Maio (?)…
Come mai a Mosca, per interloquire con Vladimir Putin è andato Emanuel Macron ed oggi anche il Cancelliere Scholz e non anche Mario Draghi?…
Che cosa ha da aggiungere Di Maio al Presidente ucraino, Volodymyr Zelens’kyj, che non abbia già detto Olaf Scholz, il Cancelliere tedesco, quando, dopo averlo incontrato non più tardi di ieri, ha sottolineato che “l’ingresso dell’Ucraina nella UE non è in agenda” e che oggi incontra Putin a Mosca e che, grazie a questo la Russia ritira parte dei suoi armamenti dai confini con l’Ucraina?
Già… Di Maio a Kiev e a Mosca: “labbra rosse e coca cola”?!…
Ma quella tedesca e quella francese si chiama non solo diplomazia. Si chiama anche e soprattutto necessità di chiarezza anche sul piano strategico, oltre che economico e commerciale.
La differenza, infatti, sta fra l’altro nel fatto che Olaf Scholz la pensa come la pensano i tedeschi: la Germania non può permettersi l’errore di adottare un approccio ahistorisch, “astorico”, nelle relazioni con tutti i paesi dell’ex Unione Sovietica e, naturalmente, con la Russia, non può permettersi di dimenticare “l’immensa sofferenza inflitta ai popoli di questi paesi dai tedeschi e in nome della Germania”. (La Russia pagò con il sangue di 26 milioni di morti nel secondo conflitto mondiale. Per colpa dell’invasione nazista. Va ricordato!)
Né i rappresentanti del governo tedesco possono recarsi in Ucraina e in Russia senza dimostrare “un senso di gratitudine” per il fatto che negli ultimi decenni sia stato possibile ristabilire relazioni amichevoli tra i popoli di questi paesi e la Germania, nonostante “gli indicibili crimini” dei tedeschi.
La differenza sta tutta qui. La Germania, per esempio, non rivendica, né chiede “giustizia” in alcun modo per il processo di Norimberga in cui furono condannati molti criminali nazisti. In Italia, invece, si commemora “il giorno del ricordo” in memoria delle “foibe” (un crimine anche quello, senz’altro), ma successivo ai crimini contro l’umanità commessi dalle orde fasciste sin dall’aprile del 1941.
Altro non aggiungo per “amor di Patria”.