DI RAFFAELE VESCERA
Giorni di fuoco, quest’ultimi, non solo per le minacce di guerra tra americani e russi, ma anche per la restaurazione dell’Italietta che non vuole cambiare, in costanza del Draghi premier.
Un Paese dove la corruzione, ereditata da quel di Casa Savoia, regna sovrana insieme al malaffare mafioso che fa da spalla al peggio dell’italica politica. La Consulta di Stato, mentre dice un medievale no ai referendum per l’eutanasia e la cannabis, dice invece sì ai referendum sulla Giustizia, in primis quello sull’abrogazione della legge Severino, voluto dal solito Capiton Salvini, che quando c’è da rimestare nel torbido non si sottrae. La Severino è una norma da paese civile che rende ineleggibili al Parlamento i politici condannati in via definitiva ad oltre due anni.
Una legge sacrosanta, necessaria a limitare la dilagante corruzione della politica italiana, che pone il nostro Paese al primo posto in Europa per il primato del malaffare. Ove dovesse passare l’abrogazione della legge Severino, sarebbero salvi non solo i tanti politici implicati in illeciti affari, ma anche i condannati per mafia. Si capisce che la Lega (Nord) la voglia abrogare, i suoi capigruppo a Camera e Senato sono entrambi condannati, insieme a tanti altri parlamentari leghisti, senza dire di quelli in via di condanna prossima ventura. E si capisce anche perché lo voglia Forza Italia, Berlusconi e tanti della sua corte: non sono forse condannati definitivi per corruzione e mafia?
E si capisce anche il perché gli altri partiti, da quelli di finto centro a quelli di pseudo sinistra, siano, sotto sotto, felici che si arrivi all’abrogazione della legge. Tra loro non mancano faccendieri al servizio di lobby d’ogni genere. Il no di Conte per il M5s vedremo fino a che punto sarà coerente.
Altra mazzata alla legalità è stata data dalla risalita, da 1.000 a 2.000 Euro, del tetto ai pagamenti in contanti. Un beneficio dovuto ai comitati d’affari. Ciò permetterà il passaggio di denaro illegale, è una norma che fa comodo a chi ha da nascondere i passaggi per evasione fiscale o riciclo di denaro sporco.
Ma il Paese di Pantalone, oltre che per corruzione, è primo in Europa anche per evasione fiscale e Pil mafioso, 500 miliardi di Euro in due, un quarto del Pil italiano, e non vuole perdere il primato. Ma tant’è, La Lega lo vota con Forza Italia e Fratelli d’Italia, e il solito capiton Salvini rivendica: “È una nostra vittoria”. E te pareva.
Altra porcata è la bocciatura al Parlamento europeo della richiesta del M5s di una legge per vietare i tirocini di lavoro non pagati. Anche qui Salvini, Berlusconi, Renzi, e Calenda si schierano con i peggiori e votano contro.
A coronare il trentennale dell’inchiesta “Mani pulite”, che rimosse un bel po’ di spazzatura politica in quel di Milano, capitale (im)morale d’Italia, arriva il sequestro di 3,5 milioni di Euro per riciclaggio e frode fiscale all’ex presidente della Camera Irene Pivetti, all’epoca leghista.
Insomma, nulla è cambiato in trent’anni, se non in peggio, degli italici mali, dall’uso coloniale del Mezzogiorno da parte dello Stato, alla corruzione, ai rapporti di buona vicinanza con le mafie, all’uso retorico dei principi cristiani di difesa della vita solo per quanto riguarda il diritto al fine vita volontario, mentre si provoca la morte di migliaia di persone per avvelenamento dell’ambiente, per condizioni di lavoro insicure e quant’altro.
È l’Italia che va, bellezza.
Nella foto in basso un esempio di quanta considerazione abbiano i leghisti per il Belpaese.
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