DI CLAUDIA SABA
Non so parlare di guerra.
E neppure di armi, di nucleare, di carri armati, di morte.
Voglio parlare di vita.
Quella persa in due anni dopo che un pipistrello (in Cina) ha deciso un giorno di colpire il mondo intero.
Da quel momento lockdown, vaccini, green pass, hanno minato profondamente le nostre menti ed ogni attività produttiva del pianeta.
Voglio parlare delle vite che si sono spente e che si spezzeranno ancora
per l’arroganza e la brama di potere dell’umanità.
Voglio parlare di verità nascoste che fanno la differenza tra bene e male, di crudeltà conclamata e spesso manipolata.
Voglio parlare di chi proclama pace e intanto invia armi, soldi, uomini pronti a morire nei paesi teatro di varie guerre.
E di chi non ha più parole da dire perché le ha già dette tutte senza mai essere ascoltato.
Voglio parlare di tutte le guerre che hanno afflitto il mondo intero senza che nessuno alzasse un dito davanti allo strazio di bambini innocenti, ovunque.
E voglio dire basta a certe storie lacrimevoli raccontate fino ad oggi, solo per far colpo sull’altro.
Ora servono fatti, donne e uomini che smettano di dire quello che non va, dicano cosa fare e poi lo vadano a fare per davvero.
Il mondo non si salva con i nostri bla bla bla, con le nostre opinioni da quattro soldi vendute come fossero verità bibliche.
Il mondo si salva con i fatti che noi non siamo più capaci di fare.
Siamo andati oltre.
E abbiamo perso.
Quando invece di sparare sentenze, abbiamo smesso di farci domande e reagire per tempo.
Oggi cerchiamo i colpevoli?
Siamo tutti noi che abbiamo lasciato ad altri il compito di tracciare le nostre vite senza muovere un dito.
Che ci siamo svenduti in cambio di un benessere apparente tralasciando la voce delle nostre coscienze.
Continuiamo pure con i nostri bla bla bla da esperti tuttologi mentre il pianeta brucia sotto i nostri occhi.
La domanda a cui rispondere non è più
“a cosa stiamo pensando” ma cosa siamo disposti a fare per uscire da questo incendio che noi stessi abbiamo provocato.
Smettiamola di inneggiare ad una pace in cui non siamo capaci di credere.
Promuoviamo la guerra dentro di noi per poterci finalmente risvegliare.