DI CRISTINA PEROZZI
“L’indifferenza è più colpevole della violenza stessa.
È l’apatia morale di chi si volta dall’altra parte: succede anche oggi verso il razzismo e altri orrori del mondo.
La memoria vale proprio come vaccino contro l’indifferenza.
Coltivare la Memoria è ancora oggi un vaccino prezioso contro l’indifferenza e ci aiuta, in un mondo così pieno di ingiustizie e di sofferenze, a ricordare che ciascuno di noi ha una coscienza e la può usare.”
Buon compleanno Liliana!
Nata nel 1930, il 30 gennaio 1944 Liliana Segre venne deportata dentro un carro bestiame dal Binario21 della stazione di Milano Centrale al campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau, che raggiunse 7 giorni dopo. Aveva 13 anni, pochi mesi dopo questa foto.
Dal Binario 21, tra il 1943 e il 1945, partirono 15 convogli stipati di migliaia di ebrei destinati alle camere a gas, a causa della persecuzione nazifascista.
Dei 776 bambini italiani di età inferiore ai 14 anni che furono deportati nei campi di concentramento, sopravvissero solo Liliana e altri 24.
Fu subito separata dal padre, che non rivide mai più e che sarebbe morto il successivo 27 aprile.
Ebbe il numero di matricola 75190, che le venne tatuato sull’avambraccio.
Fu impiegata per un anno nel lavoro forzato presso la fabbrica di munizioni Union dellla Siemens.
Venne liberata dall’Armata Rossa il 1 maggio 1945 dal campo di Malchow a Ravensbrück.
Dei 776 bambini italiani di età inferiore ai 14 anni che furono deportati ad Auschwitz, Liliana fu tra i 25 sopravvissuti.
Dal suo ritorno e fino all’età matura non riuscì a parlare di quello che aveva vissuto.
Ogni volta che ci provava, la voce le si bloccava in gola e doveva subito allontanarsi.