DI MARIO PIAZZA
Non mi è piaciuto leggere e ascoltare ieri quei discorsi che collegavano alla “Giornata della Donna” soltanto le donne ucraine, come se le migliaia di donne russe che stanno perdendo mariti, compagni, fratelli, padri, figli e amici non meritassero la nostra solidarietà.
E non bastava. Nell’impeto della retorica propagandistica sono scomparse le donne kurde del Rojava, le adolescenti nigeriane sequestrate da Boko Aram, le madri afghane che affidavano i propri figli ai Marines…
Ovunque abbiamo visto donne massacrate prima nel corpo in quanto femmine e poi nell’anima perché madri, figlie o compagne.
Ovunque, le prime vittime di ogni guerra le vediamo ovunque tranne che ai tavoli delle trattative. Quelle sono roba da uomini che le guerre le fanno e le disfano, le donne rimangano in fondo alla caverna ad aspettare che il moderno “homo erectus” decida delle loro vite.