DI LUCA BAGATIN
Ancora una volta, posizioni di buonsenso, oltre le logiche del potere politico, economico e mediatico, arrivano dal mondo dell’arte e della controcultura.
A parlare è Roger Waters, cantautore britannico, storico cofondatore dei Pink Floyd e da sempre attivista per i diritti civili, contro il capitalismo e noto per le sue posizioni socialiste libertarie.
Roger Waters è intervenuto con un articolo pubblicato alcuni giorni fa sulla testata londinese “Brave New Europe”, che promuove da sempre il pensiero critico, rilanciando la giustizia sociale, alternativa al neoliberalismo.
Le parole di Roger Waters sono dure nei confronti dei governanti, che definisce “gangster capitalisti neoliberali”, di ogni Paese, sia Russia che Stati Uniti d’America, Gran Bretagna e UE.
“La Russia è un paradiso per purosangue gangster capitalisti neoliberali; un paradiso modellato, durante il periodo della sua orribile ristrutturazione sotto Boris Eltsin (1991-1999), sugli Stati Uniti d’America”, scrive Waters e prosegue: “Non deve sorprendere che il suo leader autocratico e forse squilibrato, Vladimir Putin, non abbia più rispetto per la Carta delle Nazioni Unite e per il diritto internazionale di quanto ne abbiano avuto i recenti Presidenti degli Stati Uniti o i Primi Ministri d’Inghilterra (per esempio, ricordate George W. Bush e Tony Blair durante l’invasione dell’Iraq)”.
Roger Waters afferma poi che: “Vorrei che l’Assemblea Generale avesse un mandato di governo, ma purtroppo con ce l’ha e ciò significa che è ancora più in debito nei confronti di tutti noi attivisti contro la guerra che amiamo la libertà e rispettiamo la legge per stare spalla a spalla con tutti i nostri fratelli e sorelle in tutto il mondo, indipendentemente da razza, religione o nazionalità, nel perseguire la sfuggente pace”. E sottolinea come sia importante stare dalla parte dei popoli e non da quella di chi li governa. In tal senso, infatti, afferma: “Naturalmente questo significa stare con il popolo russo e con il popolo ucraino, con il popolo palestinese, con il popolo siriano, con il popolo libanese, con i curdi, con gli afroamericani, con i messicani, con gli abitanti della foresta pluviale ecuadoriana, con i minatori sudafricani, con gli armeni, con i greci, con gli Inuit, con i Mapuche e con i miei vicini, gli Shinnecock, per citarne solo alcuni”.
Il cautautore britannico ha inoltre trovato “mostruoso sentire giornalisti bianchi occidentali (come Charlie D’Agata di CBS News) lamentarsi della situazione dei rifugiati ucraini sulla base del fatto che “ci assomigliano”, quando si rivolgono a quello che ritengono debba essere un pubblico bianco occidentale; e che il conflitto in Ucraina è eccezionale perché “questo non è l’Afghanistan o l’Iraq””.
E ha invitato tutti a evitare di soffiare sui venti di guerra, scrivendo: “In questi giorni difficili, dovremmo resistere alla tentazione di gettare benzina sul fuoco tra buoni e cattivi; dovremmo chiedere un cessate il fuoco in nome dell’umanità; dovremmo sostenere i nostri fratelli e sorelle che lottano per la pace a livello internazionale, a Mosca e Santiago e Parigi e San Paolo e New York, perché siamo ovunque; e smettere di riversare armi da guerra nell’Europa dell’Est, destabilizzando ulteriormente la regione solo per soddisfare l’insaziabile appetito dell’industria internazionale degli armamenti. Forse dovremmo far sentire la nostra voce per incoraggiare l’idea di un’Ucraina neutrale, come è stato ripetutamente suggerito da sagge persone in buona fede per molti anni. Prima di tutto, naturalmente, gli ucraini devono chiedere un cessate il fuoco; ma dopo, forse gli ucraini accoglierebbero con favore un tale accordo. Forse qualcuno dovrebbe chiederlo a loro”. E ha concluso il suo intervento con un monito: “Una cosa è certa: non può essere lasciato spazio ai gangster. Se lasciati ai loro artifici, i gangster ci uccideranno tutti”.
Dello stesso tenore anche la lettera che Roger Waters ha scritto a una sua fan ucraina, di 19 anni, Alina Mitrofanova. Questo il testo della lettera, che merita di essere riportata interamente e che non lesina critiche ai potenti del mondo:
“Cara Alina,
ho letto la tua lettera, sento il tuo dolore, sono disgustato dall’invasione dell’Ucraina da parte di Putin; secondo me è un errore criminale, l’atto di un gangster; ci deve essere un cessate il fuoco immediato.
Mi rammarico che i governi occidentali stiano alimentando il fuoco che distruggerà il vostro bel Paese riversando armi in Ucraina, invece di impegnarsi nella diplomazia che sarà necessaria per fermare il massacro. Siate certi che se tutti i nostri leader non rifiutano la retorica e si impegnano in negoziati diplomatici, quando i combattimenti saranno finiti resterà ben poco dell’Ucraina.
Un’insurrezione in Ucraina sarebbe grandiosa per i falchi gangster di Washington; è ciò che sognano, “giocare” come fanno, “con il coraggio di stare fuori tiro”.
Spero disperatamente che il vostro Presidente non sia anche lui un gangster e che farà ciò che è meglio per la sua gente, e chiederà agli americani che si mettano al tavolo. Purtroppo, molti leader mondiali sono gangster e il mio disgusto per i gangster politici non è iniziato la scorsa settimana con Putin.
Ero disgustato dai gangster Bush e Blair quando hanno invaso l’Iraq nel 2003; ero e sono ancora disgustato dal governo gangster dell’invasione israeliana della Palestina nel 1967 e dalla sua successiva occupazione e dall’apartheid di quella terra che dura ormai da oltre 50 anni.
Ero disgustato dai gangster Obama e Clinton che ordinavano i bombardamenti illegali della NATO sia in Libia che in Serbia. Sono disgustato dalla distruzione totale della Siria iniziata, com’è stata, nel 2011 da ingerenze esterne nella vicenda del cambio di regime.
Sono stato disgustato dall’invasione del Libano nel 1982, quando il gangster Shimon Peres si è unito alle milizie cristiane falangiste nell’assassinio di profughi palestinesi nei campi profughi di Sabra e Shatila nel sud del paese.
Ti sono vicino, Alina, e a tua madre e a tuo padre e ai tuoi zii e zie e fratelli e sorelle e cugini; ho perso sia mio padre Eric Fletcher Waters che mio nonno George Henry Waters nelle guerre che combattevano i tedeschi.
Per favore, credimi quando ti dico che credo nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani firmata a Parigi nel 1948. Ho combattuto più forte che ho potuto per promuovere e sostenere i diritti umani per tutti i miei fratelli e sorelle in tutto il mondo e adesso sostengo te e i tuoi, con tutto il mio cuore.
A proposito di gangster, devo discutere con te su una cosa nella tua lettera; la tua convinzione al “200%” che non ci siano neonazisti nel tuo paese è quasi certamente sbagliata. I battaglioni Azov nel tuo esercito, la Milizia Nazionale e il C14 sono ben noti gruppi autoproclamati neonazisti. Anche loro sono gangster.
Inoltre, non ho taciuto sull’Ucraina; ho scritto un pezzo che è stato distribuito sei giorni fa da Globetrotter; lo allego a questo post: https://braveneweurope.com/roger-waters-the-war…
Che altro Alina? Bè, noi persone, tutti noi in ogni Paese del mondo, comprese Ucraina e Russia, possiamo combattere i gangster; possiamo dire loro che non faremo parte delle loro guerre oscene e mortali per ottenere potere e ricchezza a spese di altri; possiamo dire loro che le nostre famiglie, in effetti tutte le famiglie in tutto il mondo, valgono per noi più di tutto il potere e il denaro del mondo.
Qui negli Stati Uniti, dove vivo, possiamo unirci a Black Lives Matter o Code Pink o BDS o Veterans For Peace o ad una miriade di altre organizzazioni contro la guerra, a favore della legge, per la libertà e per i diritti umani.
Farò tutto il possibile per contribuire alla fine di questa terribile guerra nel vostro Paese; qualunque cosa sia tranne sventolare una bandiera per incoraggiare il massacro. Questo è ciò che vogliono i gangster, vogliono che sventoliamo bandiere.
È così che ci dividono e ci controllano, incoraggiando lo sventolare delle bandiere, per creare una cortina fumogena di inimicizia per renderci ciechi alla nostra innata capacità di entrare in empatia l’uno con l’altro, mentre saccheggiano e violentano il nostro fragile pianeta.
Farò tutto ciò che è in mio potere per aiutare a riportare la pace a te, alla tua famiglia e al tuo bellissimo paese. La lunga guerra/insurrezione che Hillary Clinton, Condoleezza Rice e il resto dei falchi gangster di Washington stanno incoraggiando non è nel vostro interesse né dell’Ucraina.
Ti auguro ogni bene Alina.
Grazie della lettera e dell’eventuale risposta a questo post.
Stamperò la risposta.
Lo prometto.
Con amore.
R.
Parole toccanti e veritiere, quelle di Roger Waters che, chissà se riusciranno ad aprire i cuori e le menti di coloro i quali ancora non vogliono vedere l’intera vicenda nel suo complesso. Di quanti non vogliono vedere i drammi che, nel mondo, si consumano da sempre in nome del potere, del profitto e del capitalismo, ai danni di tutti i popoli, dei poveri, degli oppressi, dei cittadini comuni. Di quelli che non hanno mai avuto davvero voce nel grande scacchiere della politica e dell’economia globale.
Luca Bagatin