DI LUCIANO RAGNO
E’ già martedì.
Riflessioni di un giornalista che si guarda intorno.
L’inferno è vero. Purtroppo.
” Non è vero”. “Tutto inventato”. “Sono fotomontaggi“. Il coro dei filoputin. Anche in casa nostra. Anche persone che conosco.
Invece l’inferno a Mariupol è tutto vero. Purtroppo.
Sono vere le storie e le immagini diffuse da due giornalisti dell’Associated Press, i coraggiosi colleghi Mstysla Chernov e il fotografo Evbeny Maloletka. Così vere che ai due stanno dando la caccia i soldati russi per far dire loro: “Abbiamo inventato tutto”. Stanno fuggendo. Lo racconta Monica Ricci Sargentini su “Corriere della Sera”.
Senza i due colleghi il mondo non avrebbe saputo che i russi hanno bombardato il reparto maternità di un ospedale. Che si scavano fosse per seppellire i morti per le bombe. Che in 1300 hanno cercato rifugio dalle cannonate in un teatro. E lì ancora stanno fra paura e buio.
A proposito dei 1300 rifugiati nel teatro.
Leggo questo twitter di Carolina del 19 marzo ore 14,56:
“Una domanda: per voi era normale che con la guerra in corso 1300 persone andassero a teatro?”.
Vivo di parole. Stamane non ne trovo per un commento.
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Immagine: Una delle foto scattate da Manoletka: si seppelliscono i morti in fosse comuni.