DI GIOACCHINO MUSUMECI
Il giornalismo italiano:
E una vita che manipola informazioni, un po’ difficile credere che in fatto di guerra possa offrire una logica attendibile, perché dovrebbe farlo proprio oggi. Questa specifica guerra ha assunto i connotati dello scontro epico tra bene e male, è molto cinematografico e particolarmente emozionale.
Se la deriva mistica sostiene gli argomenti della guerra, qualcosa non funziona nel filo narrativo. Un po’ come la sottile idea che se Eva ha mangiato la mela, in fondo è colpa sua se l’eden ci è stato sottratto, la donna dunque paghi pegno in silenzio.
Anche in questa guerra si ricorre alle fallacie logiche pur di curvare la realtà. Come quando la Nato non ha nulla a che vedere con la tensione in Ucraina ma gli Usa sono presenti nel territorio dal 2014, autori di interventi evidenti e meno evidenti, tattica Lecita ma andrebbe raccontata dettagliatamente.
Putin ha cominciato tutto, la metodica da Zar non ha distinto il piano politico da quello bellico e il risultato è una guerra da condannare. Ma il giornalismo italiano condanna il mondo pur di condannare Putin. Si magnifica l’idea che la guerra dilaniante e globale è molto buona se si combatte un dittatore russo ma non quelli arabi che invece armiamo con indifferenza.
E’ accettabile perfino che l’equilibrio del mondo sia meno importante delle ambizioni di Volodymyr Zelensky, per lui possiamo pagare qualsiasi prezzo, retorica deprecabile che uccide il raziocinio e legittima la benzina sul fuoco del conflitto.
Questa è la prima guerra decontestualizzata e romanzata fino all’insopportabile. Dobbiamo convincerci senza ombra di dubbio che non stiamo facendo abbastanza.
Non basta che gli usa investano miliardi di dollari e portino tecnologia bellica a gogò presso Zelensky, non basta la nostra disponibilità espressa con le basi Nato, Draghi è talmente preso dal delirio belligerante che vuole partecipare con l’invio di altre armi.
Ma certo questo conflitto è disumano: c’è Alien (Putin) contro gli Umani (Zelensky), un fantasma terrificante (Putin) minaccia l’Europa condensata nell’Ucraina di Zelensky (l’umanità), non possiamo che essere concordi sul fatto che sangue chiama sangue, l’umanità è in gravissimo pericolo (bugia surreale).
Perciò non c’è altro che valga la pena di mostrare se non la madre di tutte le sofferenze, quella del popolo Ucraino. La guerra nello Yemen è uno scherzo. Questo livello di ipocrisia è possibile solo se c’è lo zampino americano e una macchina propagandistica talmente sproporzionata che il popolo Ucraino, strattonato tra le aberrazioni Putiniane e le esaltazioni occidentali è l’ultimo degli interessi.
Finalmente si è stabilito anche in Europa che la società deve basarsi sulla tecnologia bellica, è il fine della corretta Democrazia. Questo il messaggio che ricaviamo dalla narrazione della guerra. Provo una pena IMMENSA per questo salto entusiastico verso il secolo scorso.
Il giornalismo è colpevole. Ha creato la più bastarda esaltazione della morte, un culto per menti molto disturbate. E non dimentichiamoci che in Europa, giusto per ricordare alla matrioska russa che ce l’abbiamo più grosso, siamo entrati in Serbia e abbiamo spaccato tutto senza il minimo scrupolo. E non era un invasione, è stato il nostro gioco.
Il giornalismo può raccontare che la gravità dipende dalla vita di Zelensky se qualcuno lo chiede. Precisamente come quando scrissero entusiasti che i risultati di nostri atleti alle olimpiadi dipesero da Mario Draghi.
DISGUSTO.
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In foto neonazisti a Kiev nel 2019.