DUE PAROLE SULLA NAZIONALE SQUALIFICATA VANNO SPESE

DI GIOACCHINO MUSUMECI

 

Ai tempi di Wembley la nazionale fu idoneo strumento di propaganda per il premier Mario Draghi. All’epoca della vittoria secondo il Messaggero, bandiera dalla piscosi mediatica, “l’effetto Draghi” era la molla che produceva vittorie di nazionale e atleti olimpici.
Ma il deliro, tratto caratterizzante del nostro giornalismo, perisce davanti all verità pura e inclemente. Non esiste alcun effetto Draghi e la nazionale, precisamente come il premier gonfiato a palla, si rivela un flop per i tifosi oggi delusi.
La nazionale e gli esaltati bambocci viziati a cui in tempi di rinunce per noi (felici e dormienti) tutto fu permesso su un patetico carro carnascialesco, esce vergognosamente dai mondiali lasciando una scia di miserevole inciviltà negli spogliatoi dello stadio da cui si congeda con molto disonore.
Ammutolito il gregge di scribacchini supportati con denari pubblici per scrivere cazzate alla bisogna.
Così i beniamini azzurri e puzzoni seguono la discesa di Draghi negli inferi verso cui siamo traghettati con ossessionante atlantismo, new religion di Stato. Altrove frigge la poltroncina di segretario Nato destinata al nostro mirabile first minister.
Poveri ingenui voi che immaginate contenuti morali nelle chiacchiere del premier.
Mentre la nazionale di calcio rappresenta l’italianità peggiore, quella scostumata, ignorante, prepotente, e immeritevole che se ne frega del profilo sanitario nazionale e prevarica istituzioni risibili, c’è chi si impegna, si sacrifica e zittisce i critici. Gli increduli specialisti yankee devono capitolare davanti all’ex sconosciuto Jacobs che strappa la vittoria sui 60 metri al velocista americano Charleston: sipario.
Restano solo due verità: l’uomo più veloce del mondo è Italiano e per vincere deve solo allenarsi. L’uomo più venduto del mondo si chiama Mario Draghi, corre per gli americani e svende gli italiani.