DI LUCA BAGATIN
In India milioni di lavoratori hanno indetto uno sciopero nazionale, il 28 e 29 marzo, contro le politiche di privatizzazione selvaggia attuate dal governo conservatore di Narendra Modi.
Dieci i sindacati che hanno organizzato lo sciopero e pretendono che il governo fornisca una copertura sociale universale, aumenti il salario minimo e blocchi la privatizzazione del settore bancario.
Lo sciopero ha avuto maggiori successi nel Kerala meridionale, il cui governo è retto dal Partito Comunista Marxista d’India, fra i maggiori sostenitori dello sciopero.
Proprio nel Kerala era stata eletta Sindaco della capitale, nel dicembre 2020, la giovane Arya Rajendran, di 21 anni, la quale si contrappose, già allora, alle riforme agrarie di matrice liberale imposte dal governo e scarsamente contrastate dal centrosinistra, ovvero dal Congresso Nazionale Indiano, che è stato sconfitto in ben 5 Stati alcune settimane fa.
Allora, Arya Rajedran, aveva affermato, al momento della sua elezione: “La democrazia non è una sola persona al comando, ma si tratta di prendere decisioni collettive. Il partito ha inaugurato una nuova era sulla base di questa prospettiva e mettendo in campo così tanti giovani candidati, comprese giovani donne”.
Luca Bagatin